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mercoledì 20 settembre 2017

Siria: Save the Children, “730mila bambini rifugiati non andranno a scuola. Più esposti a matrimoni precoci e a lavoro minorile”

SIR
“Circa 730mila bambini siriani rifugiati nei Paesi limitrofi, quasi la metà di tutti coloro in età scolare, quest’anno non andranno a scuola e risulteranno quindi ancora più vulnerabili ed esposti ai matrimoni precoci e a forme di lavoro minorile, un numero che è aumentato di un terzo rispetto all’anno scorso”. 


È l’allarme lanciato oggi da Save the Children, alla vigilia dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si apre domani a New York e nella settimana in cui, nei Paesi mediorientali, è previsto il normale rientro degli alunni tra i banchi di scuola. 

“Il numero di bambini rifugiati siriani tagliati fuori dall’educazione – si legge in una nota – è passato dal 34% del totale di coloro in età scolare registrato alla fine del 2016 al 43% odierno, mentre negli ultimi 12 mesi i bambini rifugiati siriani in Libano, Giordania e Turchia hanno perso più di 133 milioni di giorni di scuola”. 

Secondo l’organizzazione umanitaria, a livello globale “più della metà dei bambini rifugiati sono tagliati fuori dall’educazione e i giorni di scuola persi da 3,5 milioni di bambini rifugiati negli ultimi 12 mesi ammontano collettivamente a quasi 700 milioni”.

“Quando i bambini non vanno a scuola, sono più vulnerabili a forme di sfruttamento e abusi”, sottolinea Helle Thorning-Schmidt, direttore generale di Save the Children international, per la quale “l’educazione è in grado di restituire a questi bambini il loro futuro e può contribuire a proteggerli”. 

Lo scorso anno – denuncia Thorning-Schmidt – “i leader mondiali si sono impegnati a fare molto di più per i bambini rifugiati e far sì che ognuno di loro possa tornare a scuola entro pochi mesi da quando è stato costretto ad abbandonare la propria casa. Tuttavia l’azione va ancora troppo a rilento”. 

“Questa settimana – prosegue – la comunità internazionale deve fare dei passi in avanti e dare seguito alle promesse fatte ai bambini rifugiati. Altrimenti, milioni di bambini rifugiati nel mondo, davanti alla prospettiva di un altro anno privati dell’educazione, continueranno a vedere scomparire il loro futuro”.

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