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venerdì 22 settembre 2017

Yemen, Camera dei Deputati respinge ipotesi di embargo di armi verso l'Arabia Saudita

La Repubblica
Eppure era stato chiesto esplicitamente un provvedimento restrittivo dal Parlamento Europeo, oltre agli appelli di diverse organizzazioni della società civile. L’Arabia Saudita è alla guida della coalizione che sta alimentando un conflitto e una crisi umanitaria di estrema gravità. Con il voto di ieri non si è nemmeno stabilito di interrompere la spedizione delle bombe italiane



Ieri pomeriggio, la Camera dei Deputati ha respinto l'ipotesi di embargo relativo alla fornitura di bombe italiane verso l’Arabia Saudita e la conseguente partecipazione, seppur indiretta, dell’Italia a una guerra senza autorizzazione né mandato internazionale come quella in atto nello Yemen. Immediata è stata la reazione critica di tre organizzazioni umanitarie come Amnesty International, Rete Disarmo e Oxfam, che invece chiedevano che venissero presi provvedimenti riguardo l'esportazione di bombe nel Paese più povero del Medio Oriente, dilaniato da una guerra interna che dura dal marzo del 2015.

Le origini della guerra e il ruolo dell'Italia. Il conflitto civile cominciato esattamente il 19 marzo di due anni fa è esposo fra due fazioni che reclamano entrambe il diritto di governare il Paese, sostenute (e fomentate) dai loro rispettivi alleati esterni che sono, rispettivamente l'Iran per gli Huthi, d'ispirazione sciita, che si contrappongono alle forze leali al governo di Abd Rabbuh Mansur Hadi, con sede ad Aden, d'ispirazione sunnita, aiutate e protette dall'Arabia Saudita, con il favore statunitense. Le forze degli Huthi controllano la capitale Sana'a e sono alleate con le forze fedeli all'ex presidente Ali Abdullah Saleh. Anche al-Qaeda ha fatto la sua comparsa nella Penisola Arabica (AQAP) assieme agli affiliati yemeniti dello Stato Islamico (IS) che hanno eseguito attacchi, riuscendo a controllare la parte centrale del Paese e la costa. L’Italia invia da Cagliari armi fabbricate negli stabilimenti sardi della RWM Spa, di proprietà della tedesca Rheinmetall. Intanto, oltre due anni di guerra hanno causato 3 milioni di profughi e 18,8 milioni di persone (2/3 di yemeniti) dipendono dagli aiuti umanitari, perché prive di acqua, cibo, e di un tetto.
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“Le bombe italiane pesano sulle coscienze”. “È incredibile come la maggioranza parlamentare, continui a essere sorda alla situazione dello Yemen, ignorando le nostre richieste di uno stop dell’invio di armi verso le parti in conflitto - dichiara Francesco Vignarca, Portavoce di Rete Disarmo - Certamente la situazione è ormai troppo complicata e sarà di difficile soluzione, ma ciò è anche colpa delle bombe italiane che da mesi vengono spedite alla volta dell’Arabia Saudita. Un macigno sulle coscienze della politica italiana”.

Marta Rizzo

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