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lunedì 6 maggio 2019

Mattarella cancella l'ordinanza sul divieto di chiedere l'elemosina. "Occorre combattere la povertà non fare la guerra ai poveri"

La Stampa - Torino
Ora la questione può dirsi definitivamente chiusa: l’ordinanza sul divieto di accattonaggio generico non si può fare. E i sindaci che la propongono, devono fare marcia indietro. 
Com’è successo a Carmagnola. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha infatti accolto il ricorso straordinario proposto dalle associazioni «Avvocato di strada» e «Karmadonne», contro il documento firmato dal primo cittadino Ivana Gaveglio, nel novembre 2016. 

Oltre ai divieti che venivano elencati, era prevista anche una multa verso chi, in silenzio e senza disturbare nessuno, chiedeva aiuto solo per alleviare la propria condizione di povertà. L’ordinanza infatti non era contro l’accattonaggio molesto, già oggi perseguibile, ma contro chiunque chiedesse la carità.

Si tratta del passo conclusivo di una vicenda che già nel mese di maggio aveva visto un passaggio fondamentale: il parere contrario del Consiglio di Stato. L’ultima parola spettava al Capo dello Stato, che ha voluto recepire le stesse indicazioni. Nella decisione notificata mercoledì, Mattarella ha ritenuto che il sindaco non può in nessun caso colpire con provvedimenti punitivi chi si limita a chiedere l’elemosina, senza molestare o infastidire nessuno. Inoltre, il primo cittadino non può utilizzare per altri scopi lo strumento dell’ordinanza contingibile e urgente, usato solitamente per situazioni di emergenza. Chi chiede la semplice carità, non provoca alcun pericolo.

L’avvocato Alessandra Ballerini, legale dei ricorrenti, spiega: «Siamo soddisfatti che venga stigmatizzato l’atteggiamento di quei sindaci che, anziché preoccuparsi di combattere la povertà nei loro Comuni, puniscono i poveri. Per di più attraverso ordinanze, da utilizzare solo per emergenze e non certo per colpire gli indigenti. Va ricordato che la solidarietà è uno dei principi fondamentali della nostra democrazia, sancito anche dalla Costituzione. Come associazioni nate per difendere gli ultimi era nostro dovere proporre il ricorso straordinario al Capo dello Stato, perché venisse dichiarata l’illegittimità di una simile ordinanza».

Angela Inglese, di Karmadonne, aggiunge: «Forse sarebbe bastato un maggiore confronto con la cittadinanza e le associazioni. Noi comunque non abbiamo nulla di personale contro questa giunta: avremmo fatto ricorso anche se ci fosse stato un altro sindaco. Quello che non ci piaceva era il principio».

Il sindaco, Ivana Gaveglio, già a maggio aveva spiegato che con la cancellazione dell’ordinanza, a rimetterci sarebbero stati i cittadini di Carmagnola. «Penso alle tante segnalazioni che ci arrivano per le insistenti richieste di elemosine nelle aree a parcheggio – il suo pensiero -, o sotto i portici durante i mercati settimanali, oltre alla zona ospedale».

Il presidente di «Avvocato di strada Onlus», Antonio Mumolo aggiunge: «Se si fa una multa a chi chiede l’elemosina, non lo si toglie dalla strada, ma si aggrava ancora di più la sua situazione. Spesso sono persone che hanno semplicemente perso il lavoro e che sono finite in strada perché prive di qualsiasi reddito. Dovremmo lottare contro la povertà, non fare la guerra ai poveri».

Massimiliano Rambaldi

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