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giovedì 2 maggio 2019

Asti - Appello dei bambini di una scuola per evitare l'espulsione di un giovane migrante: "Lasciare qui in Italia il nostro amico Taiwo"

La Repubblica
“Salve commissione, sono un bimbo della scuola di Serravalle d’Asti. Vorrei chiederti di lasciare qui in Italia il mio amico Taiwo, lui ci aiuta a giocare senza bisticciare, ci fa imparare l’inglese e ci fa fare pace. Spero che facciate la scelta giusta”.



La clip dura meno di 30 secondi ed è destinata ai commissari che il 7 maggio dovranno esprimersi sulle sorti di Taiwo, un giovane nigeriano che ha presentato in Italia la richiesta di asilo. A leggerla, davanti alla camera di un telefonino è un bimbo di seconda elementare della scuola di Serravalle dove i maestri Giampiero Monaca, Maria Molino e Mariagrazia Audenino portano avanti il progetto “Bimbisvegli”, un'idea di scuola che aggiunge alle materie tradizionali tante ore all'aria aperta e un grosso impegno sulla cittadinanza attiva.

“Durante le vacanze, come sempre non abbiamo assegnato compiti ma abbiamo detto ai bambini che se volevano avrebbero potuto ripensare alle attività che fanno con Taiwo, raccontando loro che il 7 maggio sarebbe stato un giorno importante - spiega Giampiero Monaca - Molti di loro sono tornati in classe con questi pensierini destinati alla commissione. 

“Cara commissione, sono Giorgia un’amica di Taiwo, e vorrei che rimanesse con noi perché gli voglio bene e con lui giochiamo e parliamo inglese”, dice un’altra bimba.
Il giovane richiedente asilo non ha una famiglia qui in Italia. E’ arrivati nell’astigiano, ospite dalla cooperativa Agathon dopo aver attraversato il mar Mediterraneo su un barcone e dopo un periodo di detenzione in Libia. Qui sta imparando l’Italiano e ha frequentato un corso come giardiniere. Come altri ragazzi prima di lui, ha dato una mano a sistemare la scuola di Serravalle ed è stato coinvolto nelle attività con i bambini.

Non è la prima volta che i “bimbisvegli” si mobilitano per i loro amici che arrivano dall’altra parte del mar Mediterraneo. Lo scorso inverno, una loro lettera destinata al ministro Matteo Salvini e alla commissione che doveva giudicare la situazione di un’altro ragazzo, aveva fatto slittare di qualche mese la seduta perché - dopo le parole dei bambini - i commissari avevano chiesto più tempo per valutare meglio la situazione.


Carlotta Rocci

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