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sabato 4 maggio 2019

Il tribunale civile smentisce il Decreto Sicurezza: obbliga il Comune di Bologna l'iscrizione anagrafica di due richiedenti asilo.

La Stampa
Il tribunale civile ha obbligato il Comune di Bologna a iscrivere all’anagrafe due richiedenti asilo. Un precedente identico era avvenuto in Toscana.


È scontro aperto tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e i tribunali. Dopo la decisione di Firenze che ha obbligato il Comune di Scandicci a registrare come residente un richiedente asilo somalo, anche il giudice civile di Bologna è arrivato a una conclusione analoga nel caso di altri due richiedenti asilo. Sentenze che sconfessano il decreto sicurezza che però, a parere dei giudici, sarebbero contrarie a norme di livello superiore.


«Una sentenza vergognosa, ovviamente presenteremo ricorso. Se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci il tribunale e si candidi con la sinistra» ha dichiarato Salvini. Parole contro cui si è scagliato il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che per primo aveva postato la decisione del tribunale bolognese. «La norma è illegittima e la magistratura è indipendente. Un ministro fa ricorso ma non minaccia i giudici di essere di parte. Io rispetterò la legge e applicherò la sentenza. Salvini faccia bene i suoi provvedimenti invece di fare propaganda».

Ma cosa prevede il decreto Salvini? Secondo il provvedimento il permesso di soggiorno per richiesta di asilo, pur valendo quale documento di riconoscimento, non può essere utilizzato come documento valido per richiedere l’iscrizione anagrafica. Questa potrà essere ottenuta solo presentando un altro documento che dimostri la regolarità del soggiorno in Italia. Se i giudici di Bologna hanno seguito i colleghi di Firenze, però, questa norma presenterebbe qualche problema. «Ogni richiedente asilo, una volta che abbia presentato la domanda di protezione internazionale deve intendersi comunque regolarmente soggiornante - avevano scritto i magistrati toscani - in quanto ha il diritto di soggiornare nel territorio dello Stato durante l’esame della domanda di asilo». In caso contrario il diniego di iscrizione all’anagrafe risulterebbe discriminatorio.

In una nota, la Giunta Esecutiva Centrale dell’Anm, dopo i commenti del ministro dell’Interno sulla sentenza di Bologna sui richiedenti asilo, replica così a Salvini: «I magistrati assumono le loro decisioni applicando le leggi» ed «è legittimo commentare e anche criticare le decisioni giudiziarie», ma le dichiarazioni del ministro «delegittimano la magistratura in quanto, in maniera del tutto infondata, alludono al fatto che le sentenze possano essere influenzate da valutazioni politiche».

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