Pagine

venerdì 16 novembre 2018

I paesi poveri? Ecco perché ci fa comodo che restino tali. Nel libro ”The Divide” di Jason Hickel

Linkiesta
C’è una frattura che sta crescendo attorno a noi. L’abbiamo ignorata, creduta lontana, eppure da più di cinquant’anni allarga i suoi confini, spalancando voragini invisibili tra continenti, nazioni e cittadini. 


È «the Divide», il divario economico tra ricchi e poveri del mondo: 4,3 miliardi di persone vivono con meno di 5 dollari al giorno mentre gli otto uomini più ricchi del pianeta possiedono lo stesso patrimonio della metà più indigente della popolazione globale.
Per decenni economisti, politici, agenzie per lo sviluppo ci hanno raccontato che l’origine del problema sarebbe «tecnica», legata a difficoltà interne dei paesi più poveri, e che tutto potrebbe essere risolto se questi adottassero istituzioni politiche e piani di intervento adeguati. 

Che, anzi, con l’aiuto dell’Occidente la povertà sarà sconfitta nel 2030. Solo che non è così. Jason Hickel ripercorre la storia dello squilibrio economico globale, smontando una dopo l’altra le bugie che ne hanno accompagnato la narrazione e mettendo in luce le responsabilità dai paesi più ricchi, ricostruendo, attraverso una scrittura chiara e documentata, il complesso quadro storico dei problemi economici del cosiddetto «terzo Mondo» ipotizzando soluzioni possibili.

Jason Hickel è un antropologo e scrittore, originario dello Swaziland. Ha insegnato presso la London School of Economics, la University of Virginia e la Goldsmiths, University Of London, ed è membro della Royal Society of Art. Oltre agli studi etnografici si è occupato di sviluppo, diseguaglianza e politica economica mondiale. Collabora con il Guardian, Al Jazeera e numerose testate online. The Divide è il suo primo libro tradotto in Italia.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.