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lunedì 26 novembre 2018

India chiuse 539 strutture di accoglienza per presunti abusi sui bambini

La Stampa
Ben 539 strutture di accoglienza per bambini in difficoltà sono state chiuse in India su indicazione del dicastero per lo sviluppo della condizione delle donne e dell’infanzia, guidato dalla signora Maneka Gandhi. 


La maggior parte della case sigillate, 377, si trovavano in Maharastra, 78 in Andra Pradesh e 32 nel nuovo stato di Telangana. Tutti i bambini ospiti delle case dove si sospettava i piccoli fossero abusati, sono stati affidati alle cure di altre strutture. 

Le chiusure sono avvenute nelle scorse settimane e hanno fatto seguito a delle ispezioni condotte, a livello nazionale, dalla commissione per la protezione dei diritti dell’infanzia.

I controlli erano partiti all’inizio del mese di agosto, dopo la scoperta di ripetuti abusi sessuali ai danni di bambine e bambine, in una casa di accoglienza a Muzaffarpur, in Bihar, e a Deoria, in Uttar Pradesh. 

Il ministro ha spiegato che la gran parte delle strutture che sono state chiuse non offrivano gli standard di vita richiesti, molte non rispondevano alle norme e altre non erano neppure registrate. Sempre su richiesta del ministero, tutti gli istituti esistenti dovranno ora registrarsi entro due mesi in una anagrafe nazionale per essere sottoposti a controlli.

Già nel luglio scorso il governo indiano aveva ordinato l’ispezione di tutti gli orfanotrofi e le case di un istituto religioso a seguito di sospetti abusi su minori.

In quell’occasione il ministro Maneka Gandhi aveva dato mandato ai governi di tutti gli stati di «ispezionare subito in tutto il paese ogni casa per la cura dei bambini».

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