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venerdì 23 novembre 2018

Iran - Pena di morte, rischia l'esecuzione Mohammad Reza Haddadi condannato a 15 anni

Amnesty International
Mohammad Reza Haddadi è stato arrestato nel 2004, quando aveva solo 15 anni.
Il tribunale penale di Kazeroun, nella provincia di Fars, lo ha condannato alla pena di morte con l’accusa di omicidio.
Mohammad Reza Haddadi
In particolare, Mohammad è accusato di aver ucciso un autista in un incidente in cui, oltre a lui, erano coinvolti altri tre adulti.
Mohammad ha subito un processo ingiusto.

Durante gli interrogatori, infatti, il ragazzo iraniano aveva confessato la sua colpevolezza solo perché i suoi due coimputati si erano offerti di dare i soldi alla sua famiglia.

Nel corso del processo Mohammad ha ritrattato la sua confessione dichiarandosi innocente e sostenendo di non aver preso parte all’omicidio. Tesi sostenuta anche dagli altri coimputati che hanno ritirato le parti della loro testimonianza che riguardavano il coinvolgimento del ragazzo.
Mohammad potrebbe essere messo a morte da un momento all’altro.

Per sei volte è stata annunciata la sua esecuzione. Solo grazie alle proteste pubbliche, l’esecuzione è stata ogni volta posticipata.
Dopo l’ultimo rinvio, tra dicembre 2013 e gennaio 2014 Mohammad ha presentato domanda per un nuovo processo. La Corte Suprema dell’Iran ha rifiutato di prendere in considerazione la richiesta.

Mohammad ha trascorso tutta la sua vita da giovane adulto nel braccio della morte. Il suo caso esemplifica l’uso abominevole della pena di morte da parte dell’Iran nei confronti di individui al di sotto dei 18 anni di età, in violazione alle norme internazionali sui diritti umani.

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