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sabato 27 dicembre 2014

Tunisia: arrestato il blogger Yassine Ayari, aveva "screditato" l'esercito su Facebook

La Repubblica
L'attivista era stato condannato in contumacia per la diffamazione di quadri militari. È stato prelevato dagli agenti al suo arrivo in aeroporto dalla Francia. È stato uno dei leader della rivoluzione dei gelsomini. 

L'attivista tunisino Yassine Ayari è stato arrestato ieri sera tardi al suo arrivo dalla Francia all'aeroporto di Tunisi. Lo riportano la stampa locale e quella francese. Radio France Internationale cita come fonte l'avvocato di Ayari, Samir Ben Amor, il quale spiega che l'arresto giunge perché l'attivista il 18 novembre scorso era stato condannato in contumacia a tre anni di prigione dalla giustizia militare con l'accusa di avere screditato l'esercito con dei post su Facebook. Il blogger si è opposto adesso alla condanna e l'udienza è stata fissata per il 6 gennaio. Il legale precisa però che il blogger non era stato avvisato né del processo a suo carico né della condanna, e sostiene che si tratti di un attacco al giovane per le sue posizioni politiche.

Samir Ben Amor punta il dito contro l'ancien regime di Ben Ali e sostiene che il suo cliente sia perseguito solo per le sue opinioni dal momento che ha annunciato l'appoggio al Cpr del presidente uscente Moncef Marzouki, il quale non è stato rieletto e nelle elezioni presidenziali di domenica è stato battuto dal leader di Nidaa Tounes, l'88enne Beji Caid Essebsi.

La procura militare, riporta la stampa francese, ha precisato che a carico del giovane ci sono tre capi di accusa: diffamazione di funzionari e quadri del ministero della Difesa, pubblicazione di indiscrezioni che rischiano di provocare confusione nelle unità militari e accuse di presunti responsabili di infrazioni finanziarie e amministrative senza presentazioni di prove.

Yassine Ayari, attivista già sotto il regime di Ben Ali, ha continuato a operare anche dopo la Rivoluzione dei gelsomini. Figlio del colonnello dell'esercito Tahar Ayari, ucciso a maggio del 2011 negli scontri con un gruppo di jihadisti a Rouhia nel nordovest della Tunisia, negli ultimi mesi si è mostrato molto critico nei confronti del partito Nidaa Tounes e del suo leader Essebsi, denunciando per esempio in un video il disprezzo per i martiri della rivoluzione espresso da alcuni sostenitori di Essebsi.

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