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lunedì 15 dicembre 2014

Gli Usa chiedono il sostegno al Vaticano per chiudere Guantanamo

Vatican Insider
Il segretario di Stato John Kerry un’ora dal cardinale Parolin esprime il desiderio di una «favorevole attenzione della Santa Sede alla ricerca delle soluzioni umanitarie adeguate per gli attuali detenuti»

Il segretario di Stato John Kerry ha espresso il desiderio che «la Santa Sede favorisca soluzioni umanitarie adeguate» per la chiusura del campo di prigionia di Guantamano, nel corso dell'incontro di un’ora avvenuto stamane in Vaticano con il cardinale Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin.

Fin dal 2008 Barack Obama ha manifestato l’intenzione di chiudere il carcere di massima sicurezza aperto nel 2002 dal suo predecessore, Gorge W. Bush, nella base navale sull’isola di Cuba per la detenzione – in condizioni umanitarie controverse – dei prigionieri catturati in Afghanistan e in altri paesi con l’accusa di terrorismo. Intenzione mai realizzata anche per l’opposizione del Senato Usa.

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Nel corso dell’incontro, durato un’ora, dalle 9.30 alle 10.30, «i temi principali – ha riferito il direttore della Sala Stampa vaticana - sono stati la situazione in Medio Oriente, e l’impegno degli Stati Uniti per evitare l’aggravarsi delle tensioni e l’esplosione della violenza; inoltre l’impegno per favorire una ripresa dei negoziati fra Israele e i Palestinesi. È stato anche illustrato l’impegno degli Stati Uniti per la chiusura del carcere di Guantanamo e il desiderio di una favorevole attenzione della Santa Sede alla ricerca delle soluzioni umanitarie adeguate per gli attuali detenuti».

Esclusa, ovviamente, l’ipotesi che essi vengono accolti nel piccolo Stato pontificio, non sono stati comunicati i dettagli della proposta che, verisimilmente, si concretizza nella speranza di Washington che la Santa Sede, con la sua ampia rete diplomatica, possa sensibilizzare altri paesi ad assumere la responsabilità di accogliere i presunti terroristi nelle proprie strutture detentive. La chiusura del carcere, si è limitato ad aggiungere padre Lombardi, "guarda con favore" alla prospettiva che il supercarcere di Guantanamo venga chiuso.

“La brevità del tempo a disposizione – ha concluso il portavoce vaticano – ha impedito di approfondire altri temi, che sono stati quindi solo toccati, in particolare la situazione in Ucraina e le sue prospettive e l’emergenza per la epidemia di Ebola”.

E’ la seconda volta che il capo della diplomazia statunitense viene ricevuto dal principale collaboratore del Papa nel corso dei suoi passaggi da Roma. La prima volta, a gennaio scorso, Kerry e Parolin parlarono di Medio oriente, e Siria in particolare, Africa, e nello specifico il ruolo della Chiesa in Sud Sudan, ma anche di Cuba e del ruolo dei cattolici negli Stati Uniti.
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