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sabato 24 maggio 2014

Yemen, migranti rinchiusi nei campi di tortura, complici i poliziotti e il governo chiude gli occhi

La Repubblica
Trafficanti di uomini detengono gruppi di migranti nei campi di tortura, estorcendo denaro alle loro famiglie, complici le autorità locali. Oggi l'Osservatorio dei Diritti Umani ha pubblicato un report dove mostra l'orrore di questi campi e sollecita il governo a fare qualcosa.
SANA'A - Vicino al confine, presso la città di Haradh, esistono dozzine di campi di tortura e lì, gli agenti di sicurezza favoriscono in traffico di migranti. "Quando si vedono rinchiudere gruppi cospicui di persone alla luce del sole, senza che nessuno dica niente, allora significa che il governo sta chiudendo gli occhi", dice il direttore dell'Osservatorio di Human Rights Watch (HRW) Eric Glodstein. Attraverso i lavori per produrre il report, l'Osservatorio è riuscito a portare al centro del dibattito il traffico umano nel parlamento Yemenita. La conseguenza è stata una proposta di legge conforme agli standard internazionali per i traffici criminali.

Le promesse, i soprusi. I trafficanti hanno costruito i campi in anni recenti. L'iter è sempre lo stesso: vite in cambio di promesse. I trafficanti recuperano i migranti sbarcati sulla costa o addirittura li comprano. Gli immigrati si affidano completamente a qualcuno che dice loro di portarli in Arabia Saudita o in altri influenti Paesi del Golfo. Si prestano anche ad accettare il fermo nel campo, dal quale poi non usciranno più in realtà. Nelle interviste rilasciate ai redattori del report, i migranti raccontano il campo degli orrori. Le torture avvenivano in una stanza comune ed era una scena quotidiana veder cavare un occhio con una bottiglia al proprio compagno. Non solo punizioni corporali per tener buoni i migranti, ma anche violenze sessuali. I trafficanti obbligavano queste persone detenute illegalmente a spogliarsi davanti a tutti e stupravano le donne, riempiendo i loro corpi di bruciature da sigaretta.

Il sadismo dei trafficanti. Trafficanti sadici nel rompere le ossa dei migranti, nel tagliare loro pezzi di pelle. Ma la più cruda delle immagini che i migranti sopravvissuti raccontano, era quella della morte durante le torture, tra le mani dei trafficanti. Il business del traffico umano. Il giro di soldi del trufficking e dello smuggling (traffico e tratta) equivale, per ogni singolo migrante schiavizzato, ad una somma che va dai 200 ai 1000 dollari. Alcuni trafficanti confessano di aver raggiunto i 13.000 dollari, alzando il prezzo stabilito per il superamento fisico delle frontiere, proprio lì dove in realtà le forze militari erano complici della tratta.

Il business del trasporto. Il guadagno proviene dal trasporto, dallo scavalcamento dei checkpoint e anche dal cibo venduto ai migranti, che lo richiedono per non morire di fame e non solo i trafficanti hanno un profitto. Un migrante racconta all'Osservatorio che un suo amico era riuscito a scappare da un campo di tortura, ma era stato intercettato da un gruppo di soldati vicino la città di Haradh. Mentre due dei soldati offrivano al migrante da mangiare e da bere, gli altri facevano delle chiamate. In brevissimo tempo due uomini in una macchina si era presentati sul posto, avevano pagato i soldati e avevano ricondotto l'uomo nel campo di tortura.

Un traffico che dilaga. La macchina del traffico si allarga ad elementi apparentemente impensabili quali la polizia, le forze militari e paramilitari, l'intelligence. Il Ministro della Difesa sostiene che gli organi di sicurezza non fossero a conoscenza della reale funzione dei campi di tortura e alcuni avvocati difensori dei poliziotti accusati di rientrare nel giro di trafficanti, utilizzano l'argomentazione di un unico ed isolato episodio di stupro.

Le responsabilità del governo. Il governo Yemenita dovrebbe sviluppare una strategia per far chiudere i campi definitivamente e punire tutti gli esecutori di torture. "Il fatto che ci siano delle persone così disperate da essere disposte a pagare per farsi rinchiudere in un campo, non può essere in nessun modo una scusa che permetta a delle persone di torturarne altre." dice Goldstein. Il governo del Paese dovrebbe adottare una tolleranza zero in questa situazione, cooperando con le organizzazioni umanitarie riportare al centro i diritti dei migranti, violati fin ora nei campi.

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