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venerdì 12 agosto 2016

Turchia: arrivano a 16.000 il numero di detenuti per il colpo di Stato

ibtimes.com
Martedì 9 agosto il ministro della Giustizia turco Bekir Bozdag ha dichiarato che 16.000 persone sono state formalmente arrestate e detenute in relazione al tentativo fallito di colpo di Stato messo a segno il mese scorso e che altre 6.000 persone sono detenute in fase di valutazione.

Stando a quanto da lui riferito nel corso di un intervista televisiva all'agenzia statale Anadolu altre 7.668 persone sarebbero sotto inchiesta ma attualmente non detenute. La Turchia ha arrestato, rimosso o sospeso decine di persone all'interno della magistratura, dell'esercito, della polizia di diversi servizi pubblici perché sospettate di essere collegate al golpe del 15 luglio, quando una frangia di militari ha cercato di spodestare il Presidente Recep Tayyp Erdogan ed il governo.
Oltre 240 persone sono rimaste uccise e 2.200 ferite quando una fazione dell'esercito ha requisito alcuni caccia, elicotteri militari e carri armati aprendo il fuoco sui civili nel tentativo di rovesciare il governo. 

Militari, poliziotti, giudici, giornalisti, medici e funzionari pubblici sono tra coloro che sono stati rimossi dal loro incarico o arrestati, cosa che ha provocato una forte preoccupazione tra gli alleati occidentali, che temono che Erdogan stia approfittando di questi eventi per stringere ulteriormente la presa sul potere.
La Turchia accusa i seguaci del religioso musulmano Fethullah Gülen, che vive esiliato negli Stati Uniti, di essere artefici del tentato colpo di Stato. Gülen, i cui seguaci fanno parte delle forze di sicurezza, giudiziarie e civili, ha negato ogni addebito. Le autorità turche sostengono che i gulenisti abbiano utilizzato diverse applicazioni di messaggistica su smartphone per comunicare tra loro nel periodo precedente al tentato colpo di Stato che l'agenzia di intelligence nazionale della Turchia è stata in grado di tracciare, scoprendo decine di migliaia di persone nel gruppo.

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