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venerdì 28 dicembre 2018

La guerra dimenticata e la fame in Yemen hanno ucciso 85.000 bambini. Un paese condannato a morire per il disinteresse del mondo

Globalist
Questi i numeri agghiaccianti dopo quattro anni di guerra: 20 milioni di yemeniti soffrono la fame, 65mila non sono in grado di sfamare i propri figli.


Venti milioni di yemeniti, dopo quattro anni di guerra, soffrono la fame. Non perché il cibo non ci sia, ma perché l'inflazione dovuta alla guerra ha raggiunto livelli esasperanti per due terzi della popolazione, che non può permettersi di sfamare i propri figli.
Una guerra dimenticata, quella in Yemen, eppure definita dall'Onu come la peggiore crisi umanitaria dell'era moderna: di questi 20 milioni, 65mila sono in condizioni di povertà assoluta e 85mila è il numero dei bambini sotto i cinque anni morti di fame in quattro anni. 

Una strage di innocenti in una guerra che ha il suo responsabile nel modo vergognoso in cui il principe saudita Mohammed bin Salman, indicato dalla Cia tra l'altro come mandante dell'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, sta conducendo la sua battaglia contro i ribelli iraniani.
La conseguenza è che i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati del 137% e la coalizione saudita ha imposto al governo dello Yemen, totalmente incapace di reagire alla situazione, delle restrizioni sull'importazione di beni, tra cui cibo, medicina e carburante. 

Questo per strangolare i ribelli a scapito, ovviamente, della popolazione. Senza contare che i continui raid aerei hanno distrutto fattorie, campi coltivabili e strozzato completamente l'economia.
Un paese condannato a morire, mentre il mondo resta a guardare.

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