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sabato 15 dicembre 2018

Brasile. Il rispetto dei diritti umani è sotto attacco. La denuncia di Manuela D’Avila

Il Faro di Roma
“In Brasile il patto democratico tra istituzioni e cittadini per garantire il rispetto dei diritti umani è sotto attacco. Per questo sono venuta in Europa: voglio raccontare cosa è cambiato da quando è stato eletto il presidente Jair Bolsonaro, per capire come resistere all’offensiva autoritaria da parte del suo governo”. 

Manuela D'Avila
Parla con l’agenzia ‘Dirè Manuela D’Avila, ex candidata alla vicepresidenza insieme a Fernando Haddad. Quest’ultimo ha “sostituito” Luiz Inacio Lula da Silva, condannato poco tempo prima a 12 anni di reclusione per corruzione.

D’Avila, oggi deputata in parlamento con il Partido dos trabalhadores, è avversaria di lunga data di Bolsonaro: nel 2011, in qualità di presidente della Commissione per i diritti umani e le minoranze alla Camera aveva chiesto l’espulsione dell’allora deputato Bolsonaro dalla stessa, ottenendo il sostegno dell’allora ministro per i Diritti umani, Maria de Rosario. D’Avila oggi è a Roma “per una missione di dialogo”, su invito di Rifondazione Comunista e degli eurodeputati del gruppo Gue/Ngl (Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica), che per domani hanno organizzato un incontro alla Casa internazionale delle donne a cui parteciperà tra gli altri l’eurodeputata Eleonora Forenza.

Il punto è fare squadra con i partiti di sinistra nell’Unione europea in vista dei prossimi mesi: “Il governo che si è appena insediato si annuncia liberale, tuttavia non si impegna per proteggere la democrazia, che tra l’altro è molto giovane in Brasile. Ad esempio – avverte D’Avila – Bolsonaro ha annunciato di voler arrestare 100mila militanti di sinistra e intende trattare i movimenti sociali come associazioni criminali. Non sappiamo quindi come si concretizzerà questa offensiva autoritaria ma siamo certi che partirà dallo Stato”.

D’Avila cita la proposta, molto dibattuta in Brasile, di legalizzare l’uso delle armi e l’autodifesa, come soluzione in un Paese in cui violenze e criminalità sono in molte zone all’ordine del giorno. “Si è parlato anche di impiegare le armi contro i movimenti di sinistra, legittimando la violenza come strada per uscire dai conflitti sociali” dice la deputata. In campagna elettorale avevano fatto discutere alcune dichiarazioni di Bolsonaro, che si era detto favorevole a sparare anche contro membri del Partido dos trabalhadores. 

“Dobbiamo rafforzare la democrazia per garantire la dignità della persona, tutelando la Costituzione del 1988” dice d’Avila. “Ma dobbiamo anche far capire ai cittadini che i diritti sono interesse di tutti”. Questo perchè “uno dei cavalli di battaglia della destra è smontare la lotta di chi difende i diritti”, accusandolo di proteggere i “banditi e criminali”. Quanto alla situazione di instabilità in cui versa il Sudamerica, secondo la deputata, “è colpa della crisi mondiale del capitalismo, a sua volta causata da quei sistemi che si rifiutano di applicare soluzioni democratiche”.

E le crisi in Venezuela e Nicaragua? “Nei nostri Paesi ci sono grandi risorse naturali e quindi molti interessi in gioco. Pensiamo ai grandi giacimenti di petrolio in Venezuela, o alle sue riserve d’acqua. Non trovo casuale quello che sta accadendo”. Infine, un cenno alla detenzione di Lula: “Per noi è assolutamente illegale, e dimostra che il potere giudiziario sta prendendo il sopravvento negli equilibri istituzionali. Per processare qualcuno non servono prove, e infatti Lula è stato condannato senza, per evitare che venisse eletto presidente”. La coppia Haddad-D’Avila, sebbene uscita sconfitta, ha preso più di 47 milioni di voti alle elezioni di ottobre, su 147 milioni di aventi diritto.

Fonte: Dire

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