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giovedì 13 dicembre 2018

Ucraina. Premio Sakharov a Oleg Sentsov, regista dissidente ancora in carcere

Avvenire
Questo premio deve diventare una leva e una molla per la liberazione di tutti i prigionieri politici ucraini in Russia. Oleg Sentsov ha sempre detto di non battersi per sé, ma per una causa collettiva". 


Presso l'Europarlamento di Strasburgo, l'ha dichiarato ieri Dmitriy Dinze, il legale del cineasta 42enne divenuto il simbolo delle repressioni di Mosca contro il nemico ucraino. La ricompensa è il premio Sakharov per la libertà di pensiero, assegnato ogni anno dall'emiciclo di Strasburgo. Imprigionato in una colonia penale dell'estremo Nord russo, Sentsov non ha potuto ritirare il premio, facendosi rappresentare da Dinze così come dalla cugina Natalya Kaplan. 

Davanti all'appello "free Oleg Sentsov" esibito da molti eurodeputati, il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani ha spiegato la motivazione del riconoscimento: "Sentsov viene premiato per la sua protesta pacifica contro l'annessione illegale da parte della Russia della Crimea, sua terra natale. Il premio gli viene attribuito anche per la sua determinazione e il suo impegno in difesa dei diritti e della dignità umana, della democrazia e dello stato di diritto". 

Tajani ha ribadito che il riconoscimento è pure un appello per il "rilascio immediato" del dissidente. Dinze ha descritto le "comunicazioni molto limitate" con l'esterno del suo assistito, "praticamente in isolamento e sempre sotto controllo". 

Ma al contempo, "le autorità russe lo vogliono in vita", ha sottolineato il legale che ha usato parole durissime verso la strategia del potere russo: "È come un grande mercato di schiavi. I prigionieri politici finiscono per divenire oggetto di mercanteggiamenti. Se non presentano un grande interesse, rimangono nelle colonie penitenziarie". 

Per l'avvocato, il presidente russo Putin "terrà stretto Oleg Sentsov fin quando non si presenterà uno scambio utile", ad esempio per allentare le pressioni internazionali su Mosca. Descrivendo il cugino come "una persona con un forte senso della giustizia", e come "un lottatore che non si arrende mai", Natalya Kaplan ha denunciato che "i diritti umani sono calpestati in Russia", auspicando una convergenza delle pressioni internazionali per accelerare la liberazione dei prigionieri politici.

Daniele Zappala

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