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giovedì 9 agosto 2018

Italia - Il governo dà 12 motovedette alla Libia per il controllo dei migranti. E i diritti umani? Saranno usate per contrastare la fuga di persone che hanno diritto di asilo.

Globalist
La Camera ha approvato il provvedimento, che è legge. A Tripoli le imbarcazioni della Capitaneria, ma in aula è scontro tra maggioranza e opposizione. E alcuni sollevano il tema della sua costituzionalità.


La Camera dei deputati, dopo il Senato, dà il via libera al decreto motovedette con 382 sì. Il provvedimento è legge. I voti contrari sono stati 11, uno astenuto.

Il decreto, si legge su Il Giornale, dispone la cessione di altre 12 unità navali alla Guardia costiera libica da parte dell'Italia per il controllo al traffico di migranti. Si tratta di 10 unità Cp, classe 500, in dotazione al Corpo delle capitanerie di porto e Guarda costiera e di due unità navali, classe Corrubia in dotazione alla Guardia di Finanza.

"Con questo decreto il Governo intende aiutare Tripoli a presidiare meglio la propria area di mare Sar al fine di salvare più vite umane e scoraggiare la partenza dei barconi della morte. Oltre a chiedere ai Paesi dell'Unione europea di farsi carico in modo solidale del fenomeno migratorio, il Governo e questo Ministero lavorano in modo fattivo per debellare i naufragi di migranti in mezzo al Mediterraneo" si legge nella nota del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sovrintende alla Guarda cositera.

Per l'attività di addestramento relativa alla cessione delle due unità navali da 27 metri della Guardia di finanza, calcola il Sole 24 Ore, i costi complessivi sono stimati in 400mila euro per l'addestramento dei due equipaggi, composti da 14 unità ciascuno. Per la formazione si prevede un corso, da svolgersi presso la Scuola nautica del Corpo di Gaeta, della durata di tre settimane per 28 frequentatori più due tutor. A ciò si aggiungono i costi di gestione manutentiva stimati in 170mila euro.

Intervistato da La Repubblica, Riccardo Magi, deputato di +Europa, che nei mesi scorsi è salito anche su una nave della Ong Pro Activa Open arms, spiega che la cessione delle motovedette è incostituzionale: "Per dichiarazione stessa di chi propone il decreto, le dodici motovedette vengono date con l'obiettivo di bloccare immigrati che partono dalla Libia, Paese che non ha aderito alla Convenzione di Ginevra. Questo è in netto contrasto con la garanzia del diritto d'asilo prevista dalla Costituzione".

Non solo, continua Magi, sarebbe in contrasto "con un'ampia giurisprudenza della Cassazione che impone la tutela del richiedente, cioè di chi fugge. Solo successivamente viene verificata la sussistenza dei requisiti. E comunque mediamente il 40 per cento di chi fa richiesta attualmente riceve una qualche forma di protezione: asilo politico, o protezione sussidiaria, o protezione umanitaria. Questo significa che noi stiamo affidando alla Libia l'incarico di respingere una parte consistente di chi parte e che invece meriterebbe protezione. Stiamo facendo respingimenti per interposta persona, anzi per interposto Stato. Nel 2012 siamo stati condannati perché ci fu un intervento diretto delle nostre autorità. Oggi la sostanza non cambia, la cessione delle motovedette è solo un'operazione di facciata".

Il decreto ha scatenato diversi scontri in aula tra governo e opposizione. Il Fatto Quotidiano ne cita uno, forse il più aspro di tutta la seduta, tra il dem Migliore e il leghista Zoffili: "La tensione è palpabile e la situazione è esemplificata da quanto accaduto tra il dem Gennaro Migliore e il leghista Eugenio Zoffili, relatore al provvedimento sulle motovedette. Nel corso del dibattito, il relatore ha mostrato la sua contrarietà all’intervento del collega dem dicendogli “che c… vuoi” e aggiungendo, accompagnando il tutto con il gesto della mano, “vieni qui”. Un gesto che ha scatenato la bagarre nell’emiciclo"".

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