Pagine

domenica 12 novembre 2017

Migranti, scontro libici-nave ong Sea Watch, con conseguente morte di 50 migranti

Affari Italiani
Bloccare l'accordo Italia-Libia per fermare le stragi di migranti nel Mediterraneo. E' la richiesta dell'Arci alla lice dell'ultima tragedia che si e' consumata in pochi minuti davanti agli occhi dei volontari di Sea Watch, il 6 novembre scorso. Oggi sono stati diffusi gli audio e i video dell'operazione di salvataggio, dove si sente anche la radio della Marina militare italiana chiedere alla Guardia costiera libica di collaborare con l'ong.
Migranti recuperati dalla motovedetta libica si lanciano per
raggiungere i gommoni della Sea Watch (afp)
"La tragedia accaduta nelle acque libiche raccontata da un grande quotidiano nazionale, dimostra che le criticita' sollevate contro la missione di supporto navale in Libia avevano un fondamento. Qualcuno forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Una missione che non interviene efficacemente sul governo dei flussi migratori, non pacifica quell'area del Mediterraneo, spezza qualunque rapporto con le ong e con la loro funzione umanitaria, trattate alla stregua di una banda di scafisti. 


Ora e' il momento del dolore e della vicinanza alle famiglie delle vittime e dei sopravvissuti. Ma e', allo stesso tempo, il momento di una discussione in Parlamento e nel paese sul bilancio, tragico, da battaglia navale, di questo intervento. Minniti venga subito a riferire in aula". Lo dichiara in una nota il deputato di Mdp Arturo Scotto.

“I video e gli audio messi a disposizione oggi dalla ong Sea Watch”, dichiara don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), ”parlano chiaro e le scene che vediamo e che sono state raccontate dagli stessi esponenti della ong sono agghiaccianti, una vergogna per qualunque paese civile. La condotta della Guardia costiera libica viola i più elementari diritti umani, mentre esseri umani indifesi, affranti, sconvolti, cercano solo di trovare scampo da una violenza impressionante.”

“Non pensi il governo italiano di allontanare da sé facilmente ogni responsabilità”, continua il presidente del CNCA, “ad esempio rivolgendosi in modo sprezzante nei confronti di organizzazioni come Amnesty International o del commissario dei Diritti umani del Consiglio d’Europa e liquidando i rilievi critici avanzati da Caritas Italiana, come ha fatto due giorni fa il capo di gabinetto al ministero dell’Interno. O raccontando la favoletta che l’Italia non c’entra con i respingimenti. 

A tal proposito si rimane allibiti dal sapere che 2,5 milioni di euro di soldi stanziati per il Fondo Africa – che dovrebbe servire agli “interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con i paesi africani d’importanza prioritaria per le rotte migratori” – sono stati piuttosto utilizzati per la rimessa in efficienza di 4 motovedette che saranno consegnate alle autorità libiche. 

Sosteniamo, per questo, l’importante azione che vede protagonista l’Asgi in un ricorso presso il Tar in cui viene contestato proprio questo uso scellerato di denaro pubblico.”

“Le partenze sono riprese, da molti più punti di prima”, conclude don Zappolini, “le navi delle ong che assicurano realmente una possibilità di soccorso in mare sono drasticamente diminuite, i morti in mare aumentano. Abbiamo ancora negli occhi le foto dei migranti sbarcati a Salerno il 5 novembre, a bordo i corpi di 26 donne morte durante la traversata. E le condizioni di vita nelle carceri – questo sono – legali e illegali libiche restano tremende. Sappia il governo italiano che noi, al pari di tante altre organizzazioni della società civile, ci opporremo con nettezza a una politica per l’immigrazione fallimentare e inaccettabile dal punto di vista morale e politico.”

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.