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giovedì 2 ottobre 2014

Iraq ONU: 26 000 vittime da gennaio e “abusi impressionanti”

MISNA
L’esplosione di violenza in Iraq ha causato 26 733 vittime, di cui 9347 morti e 17 386 feriti dallo scorso gennaio, ma la metà è ricollegabile all’offensiva lanciata dallo Stato Islamico nel nord del paese tre mesi fa. I dati sono contenuti nell’ultimo rapporto stilato dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Iraq e dall’Alto commissariato Onu per i diritti umani. Tra lo scorso 1° giugno e il 31 agosto il numero di vittime civile ha superato quota 11 000, di cui 4692 decessi.


Tuttavia il bilancio non include le vittime indirette del conflitto causate da stenti (acqua, cibo) e dall’assenza di medicinali e cure sanitarie adeguate.
“E’ un rapporto terrificante al quale bisogna aggiungere un numero impressionante di abusi commessi dallo Stato Islamico e dai gruppi armati associati che costituiscono sicuramente crimini di guerra e contro l’umanità” ha dichiarato l’Alto commissario per i diritti umani, il giordano Zeid Ra’ad Hussein, che ha invitato le autorità di Baghdad a riconoscere la competenza della Corte penale internazionale (Cpi).

Nel rapporto gli esperti dell’Onu hanno anche raccolto prove di violazioni “sistematiche e su vasta scala” da parte del gruppo armato islamico, tra cui rapimenti, esecuzioni sommarie, reclutamento forzato di bambini, violenze sessuali e fisiche ai danni di donne e bambini, saccheggi e distruzione di luoghi di culto. Almeno 1,8 milioni di civili sono già stati costretti ad abbandonare le proprie case, soprattutto nella provincia di Anbar e nel Kurdistan iracheno.

Intanto in queste ore una pesante battaglia sarebbe in corso per il controllo della località di Heet, nell’ovest della provincia di Anbar. Lo Stato Islamico ha già proclamato la vittoria, sostenendo di essere entrato in città. Una notizia smentita dallo stesso sindaco di Heet che ha riferito di “scontri ancora in corso” e di “pesanti perdite” nei ranghi della ribellione, almeno una quarantina di combattenti. In base ai primi bilanci diffusi da fonti sanitarie e di sicurezza, almeno 11 poliziotti sono rimasti uccisi a Heet e altri sei a Ramadi in due attacchi distinti dello Stato Islamico contro basi dell’esercito e della polizia nella provincia occidentale.

Contemporaneamente le autorità di Baghdad portano avanti raid aerei che, secondo l’Onu, avrebbero causato “un numero significativo di morti e feriti”. Inoltre, le regioni settentrionali sono bersagliate dai bombardamenti della coalizione internazionale in lotta contro lo Stato Islamico in Iraq e nella confinante Siria.

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