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giovedì 30 ottobre 2014

Iran - Dopo la condanna a morte di Jabbari: donne dietro le sbarre per critiche al regime

Panorama
L’ultima donna a finire dietro le sbarre a Teheran è Ghoncheh Ghavami, 25 anni, iraniana con passaporto britannico. Critica del regime degli ayatollah, è stata arrestata a giugno per aver tentato di assistere alla partita di pallavolo fra Iran e Italia (off-limits per le donne). Nel famigerato carcere di Evin, la giurista laureata alla Soas di Londra ha iniziato lo sciopero della fame, in attesa della sentenza. Per la sua liberazione sono state raccolte 500 mila firme. Un caso tutt’altro che isolato.

Goncheh Ghavami, arrestata per aver 
cercato di vedere una partita di pallavolo
Marzieh Rasouli sta scontando una sentenza di due anni «per propaganda» contro gli ayatollah e verrà punita con 50 frustate. Scrittrice e giornalista riformista, ha la grave colpa di avere collaborato con la Bbc in persiano, censurata in Iran. Languono in carcere anche la blogger Roya Saberi Nejad, condannata a 20 anni, e Farideh Shagholi, che su Facebook ha attaccato la Suprema guida Ali Khamenei.

Ha fatto scalpore l’impiccagione di Reyhaneh Jabbari, la ventiseienne accusata di aver ucciso un membro dei servizi segreti che voleva violentarla. Secondo l’opposizione iraniana, durante l’attuale presidenza sono stati giustiziati un migliaio di prigionieri, comprese 27 donne. 

Grazie all’intervento del presidente riformista Hassan Rouhani, però, a settembre sono state cancellate le sentenze di condanna alle tre donne che avevano partecipato alla parodia di Happy a Teheran. Per aver ballato la nota canzone dedicata alla gioia del cantante Usa Pharrell Williams erano state condannate, assieme agli uomini, a sei mesi di carcere e a 91 frustate.

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