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lunedì 13 ottobre 2014

Amnesty: "Gli stati continuano a mettere a morte persone con disabilità mentale e intellettiva"

SuperAbile - INAIL
La denuncia nella Giornata mondiale contro la pena di morte. Casi documentati in Giappone, Pakistan e Stati Uniti. "Contrari alla pena di morte in ogni circostanza, ma nei paesi che ancora ne fanno uso devono essere rispettati gli standard internazionali, in vista dell'abolizione definitiva"

Roma - In occasione della XII Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty international ha denunciato che gli stati continuano a mettere a morte persone con disabilità mentale e intellettiva, in evidente violazione degli standard internazionali. 

L'organizzazione per i diritti umani ha documentato casi di persone con tali forme di disabilità condannate o già messe a morte in paesi quali Giappone, Pakistan e Stati Uniti. Se questi paesi non riformeranno i loro sistemi di giustizia penale, molte altre persone rischieranno l'esecuzione. "Gli standard internazionali sulla disabilità mentale e intellettiva sono importanti salvaguardie a tutela di persone vulnerabili: non hanno lo scopo di giustificare crimini orrendi ma stabiliscono dei criteri in base ai quali la pena di morte può essere o meno inflitta" ha dichiarato Audrey Gaughran, direttrice del programma Temi globali di Amnesty International. "Siamo contrari alla pena di morte in ogni circostanza - ha aggiunto Gaughran -, in quanto è l'estrema punizione crudele, disumana e degradante. Ma nei paesi che ancora ne fanno uso gli standard internazionali, compresi quelli che la vietano nei confronti di determinate categorie di persone vulnerabili, devono essere rispettati, in vista dell'abolizione definitiva".

"Gli standard internazionali stabiliscono senza ombra di dubbio che le persone che soffrono di disabilità mentale e intellettiva non devono subire questa sanzione estrema. Tuttavia, in molti casi, tale condizione non viene accertata durante il procedimento penale. "I paesi che ancora ricorrono alla pena capitale - ha continuato Gaughran - devono assicurare che vi siano risorse per svolgere valutazioni indipendenti e rigorose su chiunque rischi la pena di morte, dal momento in cui viene incriminato fino alla fase successiva alla sentenza. Chiediamo ai governi di tutti i paesi che ancora usano la pena di morte di istituire immediatamente una moratoria sulle esecuzioni come primo passo verso l'abolizione. Quello che mettiamo in luce oggi è un altro esempio dell'ingiustizia della pena di morte".

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