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lunedì 13 ottobre 2014

Asia - Pakistan - Urge un sistema regionale per la tutela dei diritti umani in Asia del Sud

Agenzia Fides
Lahore – Il Nobel per la pace assegnato alla ragazza pakistana Malala Yousafzai e all’indiano Kailash Satyarthi “costituisce un potente appello all’Associazione per la Cooperazione Regionale dell’Asia Meridionale (South Asian Association of Regional Cooperation, SAARC) per istituire un sistema regionale per la tutela dei diritti umani”: lo afferma in una nota inviata all’Agenzia Fides, Peter Jacob, attivista cattolico pakistano, per anni a capo della Commissione “Giustizia e Pace” del Vescovi del Pakistan. La SAARC include otto membri: Afghanistan, India, Pakistan, Bangladesh, Nepal, Sri Lanka, Bhutan, Maldive.


Il sistema è sostenuto da noti esperti dei diritti umani, come Hina Jilani in Pakistan, Rehman Mizanur in Bangladesh, Henri Tiphagne in India e Subodh Raj in Nepal. La proposta di istituire un “sistema regionale” sarebbe sostenuta anche da alcuni governi dell’Associazione, come quello nepalese: si potrebbe partire, ad esempio, da una Commissione regionale a tutela dei diritti umani.
La SAARC, ricorda Jacob, ha approvato la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla tratta di donne e bambini, la Convenzione sulla promozione del benessere dei bambini in Asia meridionale (nel 2002), e due Documenti a sostegno della democrazia. 

Questi, secondo Jacob, “rappresentano una piattaforma utile per implementare il sistema”, dato che “la SAARC è l'unica organizzazione regionale senza un adeguato meccanismo di tutela dei diritti umani”.
Nei paesi SAARC vivono, nel complesso, 1,8 miliardi di persone, circa il 23% della popolazione mondiale. “La regione ha bisogno di un sistema certo e definito per risolvere le complesse problematiche che vi si registrano. La leadership dei paesi SAARC dovrebbe garantire la creazione di un efficace sistema regionale di protezione dei diritti umani” nota Jacob. 

Un sistema che, a detta dello studioso, potrebbe accogliere le denunce che riguardano casi di abusi e avere il potere di emettere “sentenze vincolanti in materia di tutela dei diritti umani”. Un sistema che, conclude Jacob, “potrebbe aiutare a risolvere anche le controversie tra gli stati”. (PA)

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