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domenica 23 giugno 2019

Libia. Medici Senza Frontiere: catastrofe sanitaria nei centri di Zintan e Gharyan. In 9 mesi 22 morti per malattie

La Repubblica
Il report di Medici Senza Frontiere. Altro che "Paese sicuro". Persone detenute e malate, colpevoli di essere migranti, abbandonate a se stesse, senza nessuna assistenza

Negli ultimi 9 mesi, almeno 22 persone sono morte per malattie, probabilmente tubercolosi, nei centri di detenzione di Zintan e Gharyan, che si trovano nel Gebel Nefusa, una regione montagnosa a sud di Tripoli.

La situazione sanitaria catastrofica, riscontrata dalle équipe mediche di Medici Senza Frontiere (MSF) in questi due centri, conferma questo bilancio allarmante. Per mesi, in alcuni casi addirittura per anni, centinaia di persone, bisognose di protezione internazionale e registrate come rifugiati o richiedenti asilo dall’UNHCR, sono state abbandonate in questi centri, praticamente senza assistenza. Dal settembre 2018 a oggi sono morte in media da due a tre persone ogni mese.

Centinaia di persone in capannoni sovraffollati. Quando MSF si è recata sul posto per la prima volta lo scorso maggio, circa 900 persone erano detenute a Zintan, di cui 700 in un capannone sovraffollato, con a malapena quattro servizi igienici funzionanti, accesso irregolare ad acqua non potabile e nessuna doccia. "È stata una catastrofe sanitaria” dichiara Julien Raickman, capomissione di MSF in Libia. 

Probabilmente da mesi era in corso un’epidemia di tubercolosi. La situazione era così critica che durante le nostre prime visite abbiamo dovuto provvedere a diversi trasferimenti di emergenza verso alcuni ospedali".

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