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domenica 22 ottobre 2017

Rifugiati - Italia. Solo un Comune su otto li vuole accogliere

La Stampa
Tante lusinghe, promesse, anche qualche rampogna. Ma tutto sembra inutile. I Comuni continuano ad essere sordi rispetto alle attese del ministero dell’Interno quando si tratta di accogliere i rifugiati. 

Pistoia - Rifugiati volontari al servizio del Comune
Il sistema Sprar (Servizio protezione per richiedenti asilo e rifugiati) non decolla come speravano al Viminale. Sono soltanto 1017 i Comuni (sui 7978 d’Italia) che hanno aderito e ora garantiscono 31.400 posti. Tanti? Pochi? «E’ la solita questione - dice Matteo Biffoni, sindaco dem di Prato e delegato per i problemi dell’immigrazione dell’Anci - del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Nello Sprar abbiamo cinquemila posti più di prima ed è un fatto innegabile. Poi, certo, se si partiva dall’aspettativa di raddoppiare i posti, siamo ancora lontani; se si partiva dall’aria che tira, è un successo». 

La partita non è ancora finita. È di ieri, per dire, a Catanzaro, una cerimonia alla presenza del ministro Marco Minniti che certifica come 194 Comuni calabresi abbiano aderito allo Sprar, quasi la metà in quella regione. Quella stessa Calabria dove la ’ndrangheta si era infiltrata nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e aveva trasformato l’accoglienza in un suo business. «In materia di immigrazione - dice quindi il ministro - dobbiamo liberarci della pratica di interventi che rincorrono altri interventi. Solo così possiamo affrontare in maniera credibile la questione importante della paura».

Nei progetti più rosei del ministro Minniti, con l’accoglienza diffusa si dovrebbero chiudere presto i maxi-centri. «È chiaro - ha spiegato la settimana scorsa in Parlamento - che se potessimo incrementare significativamente il numero dei Comuni che accolgono, potremmo rafforzare di più un mio intendimento che in ogni caso intendo perseguire, cioè un processo di superamento dei grandi centri di accoglienza».

Qualcuno ricorderà il piano del Viminale: se avessero aderito tutti i 7978 municipi, l’accoglienza si sarebbe ripartita sul territorio con il parametro di 2,5 ospiti per mille abitanti. Ma così non è. Le ultime stime dicono che sono 196 mila i migranti a cui in questo momento lo Stato dà vitto e alloggio: 30 mila nei centri dello Sprar, gestiti dai sindaci; i restanti 160 mila a carico delle prefetture. «È innegabile - spiega il sottosegretario Domenico Manzione - che le cose non sono andate proprio come ci aspettavamo. Ma la chiusura dei grandi centri è connaturata all’estensione dello Sprar. Vorrà dire che i tempi saranno un po’ più lunghi».

Molto dipenderà anche dagli sbarchi. Se il flusso resterà come in questi ultimi quattro mesi, i numeri dell’accoglienza si ridurranno automaticamente e tutto sarà più facile. «In questo momento - dice Minniti, cautamente - possiamo dire di trovarci di fronte ad un quadro che ci porta ad avere una curva degli arrivi di migranti nel nostro Paese che è significativamente scesa». In complesso, negli ultimi quattro mesi sono sbarcati in 26.878; l’anno scorso erano stati 89.205 (riduzione del 70%).

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