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mercoledì 26 giugno 2013

Monza: muore in carcere a 22 anni per “arresto cardiocircolatorio”, la mamma chiede verità

Ristretti Orizzonti
Francesco Smeragliuolo aveva solamente 22 anni ed era stato arrestato il 1° maggio scorso per una rapina. È morto nel carcere di Monza sabato 8 giugno, ma la notizia ci è arrivata solo oggi, grazie alla denuncia della madre del giovane, Giovanna D’Aiello. 

La signora D’Aiello chiede con forza di conoscere la verità sulla morte del figlio: “Sono sicura che non è morto di morte naturale, i suoi organi erano sani. Dopo averlo visto a colloquio in carcere, il lunedì prima della sua morte (3 giugno, ndr) avevo fatto presente che mio figlio stava male. Ha perso sedici chili in un mese. Avevo chiesto lo mettessero in una struttura adeguata, che lo aiutassero. Lui non aveva problemi di salute. Se aveva sbagliato, doveva rispondere per quello che aveva fatto, ma non è giusto che sia morto così. Voglio sapere cosa è successo, voglio la verità”.

“Io mi rivolgerò a tutti, non mi fermo qui - ha proseguito - perché la morte di Francesco deve servire da monito per tanti ragazzi. Avrei voluto che morisse tenendo la sua mano nella mia. E invece è andata in questo modo atroce”.

I famigliari escludono anche l’ipotesi del suicidio. In una lettera recente alla fidanzata Francesco pensava “ai tanti progetti insieme”.

Su disposizione del magistrato è stata effettuata l’autopsia, che (per quanto è dato sapere) ha escluso che la morte di Francesco sia avvenuta per cause violente o per intossicazione da farmaci o droghe. Il responso è stato “decesso causato da arresto cardiocircolatorio”.

Nel solo mese di giugno sono già 11 i detenuti morti: 4 per suicidio, 3 per malattia e 4 per cause “da accertare”. Da inizio anno i detenuti suicidi sono 27 e il totale dei decessi in carcere è di 85. (Dati dell’Osservatorio permanente sulle morti in carcere).

Da sottolineare che in NESSUNO di questi casi la comunicazione è arrivata direttamente dall’Amministrazione Penitenziaria, che pure sarebbe tenuta a dare informazione sulle morti in carcere, come previsto dalla Circolare GDAP-0397498-2011 “Sala Situazioni. Modello Organizzativo e nomina Responsabile”, all’Articolo 5, Comma 6, che recita: Per garantire una trasparente e corretta informazione dei fenomeni inseriti nell’applicativo degli “eventi critici” le principali notizie d’interesse saranno, inoltre trasmesse al Direttore dell’Ufficio Stampa e Relazioni esterne per le attività di informazione e comunicazione agli organi di stampa e la eventuale diffusione mediante i canali di comunicazione di cui dispone il DAP (rivista istituzionale, newsletter siti istituzionali).

A noi non risulta che questa disposizione sia rispettata e le notizie delle morti in carcere si basano di solito sulle segnalazioni che arrivano dai parenti dei detenuti, dai volontari, dai sindacati della polizia penitenziaria… partendo da queste segnalazioni inizia un lavoro di “ricostruzione” giornalistica, con telefonate alle Direzioni degli Istituti di Pena, agli Ospedali (nel caso il detenuto sia stato trasportato ancora in vita), etc., etc.

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