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sabato 15 giugno 2013

Grillo contro il decreto carceri e propone soluzioni del tutto irrealizzabili

La Repubblica
Il leader del Movimento 5 Stelle critica sul suo blog il provvedimento che sarà presentato dal Consiglio dei ministri. "Basterebbe la razionalizzazione degli spazi degli istituti penitenziari e predisporre seri programmi di lavoro dentro il carcere". M5S Camera: "Fuori anche gli accusati di associazione mafiosa"

A Beppe Grillo il decreto 'tampone' per risolvere il problema delle carceri troppo piene non piace proprio: "L'ultima scoperta dal governo Letta è il sovraffollamento delle carceri - che dura almeno da un decennio - tanto da dedicarci un decreto. E come Letta e il governo delle "larghe intese" risolvono il problema? Semplice, per superare l'emergenza basta buttare fuori un bel po' di reclusi. Punto. È sufficiente leggere le indiscrezioni sultesto di legge che verrà presentato dal Consiglio dei ministri: la detenzione domiciliare potrà applicarsi anche a condannati a pene fino a 6 anni", scrive sul suo blog il leader M5S.

"Corruzione, frode fiscale, falso in bilancio, truffe, abuso d'ufficio, inquinamento, frodi comunitarie, hanno pene massime tra i 3 e i 6 anni (ma nella pratica, nessuno si becca più di 3 anni). Inoltre - prosegue Grillo - che c'entra con l'affollamento delle carceri la sospensione della pena per chi è agli arresti domiciliari e deve scontare una pena residua di 4 anni? E perché, oltre alle detrazioni della buona condotta, per coloro che devono espiare la pena per altri 3 anni si prevede uno sconto di pena ovvero la liberazione anticipata? E la famosa certezza della pena? Eppure basterebbe un po' di impegno. Ad esempio una razionalizzazione degli spazi degli istituti penitenziari, per trovare un posto dignitoso per tutti invece di costruire nuove imponenti carceri,con la soddisfazione dei soliti palazzinari. Predisporre interventi ordinari e straordinari per gli istituti esistenti con l'apertura di ali chiuse in quanto fatiscenti".
"Basterebbe rivedere i capolavori normativi di tre dei principali artefici del sovraffollamento carcerario: Bossi, Fini e Giovanardi. Basterebbe - sostiene - predisporre seri programmi di lavoro dentro il carcere perché - è noto da tutte le statistiche - nessun recluso ha il piacere di tornare in galera se ha qualcosa di lecito da fare fuori. E se non ce l'ha, torna a delinquere. Ed è questo ciò che il MoVimento 5 Stelle propone in Parlamento, denunciando il mercimonio sulla pelle dei detenuti. Una autentica bancarotta della giustizia".


Dopo il post c'è un Ps. di M5S Camera che dice: "Fra coloro che possono essere condannati a 6 anni di reclusione ci sono anche gli accusati di associazione mafiosa: ai domiciliari è molto più semplice seguire i business"

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