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sabato 29 settembre 2018

New Book - "Diario di un condannato a morte" di Alessandro Piana

Blog Diritti Umani - Human Rights
La pena di morte deve essere abolita in ogni angolo del nostro pianeta e le motivazioni sono tante: non è un deterrente contro i crimini, la giustizia umana che è fallibile può sbagliare e compiere un errore irreparabile, abbassa lo Stato ad essere esecutore in un delitto pari a quello che si imputa al condannato, e tante altre motivazioni che dimostrano come la pena capitale al pari della tortura deve e sarà cancellata dal volto della terra.
Ma questo libro fa capire una cosa che è difficile da spiegare. Ci fa entrare nel braccio della morte descrivendo l'assurdità della vita al suo interno, e direi di più, in un modo semplice e quotidiano ci rende partecipi della vita di un condannato a morte che giorno dopo giorno con tante speranze e paure vede avvicinarsi la data della sua eliminazione per mano dello Stato.
Le sue parole e suoi pensieri non sono indirizzati ad un giudice, ad un avvocato, alla gente che pensa sia giusto che debba pagare con la vita i suoi errori, ma alla sorella con cui è cresciuto e continua con le le sue lettere quasi quotidiane a vivere la sua vita con lei. 
Si il braccio della morte, come tutte le carceri possono chiudere un corpo tra quattro mura ma non possono murare l'anima e il patrimonio di umanità che ognuno porta con se.
La reclusione e la condizione che vive un uomo nel braccio della morte fanno brillare questa umanità e la fa crescere tanto in modo inaspettato e sorprendente in un luogo che in tanti modi cerca di annientarla.
All'ora - e nel libro si coglie con drammaticità - l'arrivo dell'esecuzione che priverà un uomo della sua vita appare in tutta la sua assurdità e ingiustizia e ci da forse la motivazione per cui la pena di morte deve essere abolita. 
Perchè come dice Papa Francesco, nessun errore, anche più grave, può togliere in valore a la dignità di essere un uomo.

Ezio Savasta
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Alessandro Piana

Diario di un 
condannato a morte 


Bookabook

"Diario di un condannato a morte" racconta gli ultimi otto anni dì vita di William Van Poyck, detenuto nel braccio della morte della Florida, tra il 17 aprile 2005 e il 12 giugno 2013, giorno della sua esecuzione tramite iniezione letale. Il libro, partendo dalle lettere che William ha inviato alla sorella Lisa, mette a nudo tanti episodi di vita nel braccio della morte, portando alla luce maltrattamenti, condizioni estreme, privazioni di diritti e abusi di potere difficilmente immaginabili per un lettore "libero". Le considerazioni di William non sono mai banali e ci conducono in un mondo parallelo e nascosto dove i detenuti, alle prese con la costante paura di morire, sono costretti a trovare un senso alla loro vita "a tempo determinato".

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