Pagine

giovedì 18 luglio 2013

Kazakhistan: Shalabayeva... cosa rischia ora in patria?

VITA
Torture, pestaggi, condizioni disumane nelle carceri: un report di Amnesty mette sotto accusa il paese di Nazarbaev. E per la donna espulsa dall'Italia il rischio è di finire in prigione
"Non solo la tortura e i maltrattamenti sono radicati, ma questi non si limitano alle aggressioni fisiche da parte degli agenti delle forze di sicurezza. Le condizioni di prigionia sono crudeli, disumane e degradanti, i prigionieri vengono puniti con lunghi periodi di isolamento, in violazione degli standard internazionali". Nicola Duckworth, direttrice delle Ricerche di Amnesty International descrive così la situazione dei diritti umani del Kazakhistan.


Alma Shalabayeva e sua figlia di sei anni sono ora nelle mani di un governo che dei diritti umani non si è mai curato molto, come accusa un report pubblicato da Amnesty International soltanto qualche giorno fa, in cui la Ong accusa il presidente del Kazakhistan, Nursultan Nazarbaev, di ingannare la comunità internazionale con promesse non mantenute di sradicare la tortura e indagare sull'uso della forza letale da parte della polizia. Il rapporto, intitolato Vecchie abitudini: l'uso regolare della tortura e dei maltrattamenti in Kazakhistan, denuncia come le forze di sicurezza agiscano con impunità e come la tortura nei centri di detenzione sia la norma.

Il documento di Amnesty International prende le mosse dalla repressione delle proteste di Zhanaozen, nel dicembre 2011, quando almeno 15 persone furono uccise e oltre 100 gravemente ferite dalle forze di sicurezza. Decine di persone vennero arrestate, imprigionate in celle sotterranee e sovraffollate delle stazioni di polizia e torturate.

Secondo le testimonianze oculari, le persone arrestate furono detenute in incommunicado in celle sovraffollate, isolate dal mondo esterno. Qui vennero denudate, picchiate, prese a calci e colpite da getti d'acqua fredda. Almeno una persona morì sotto tortura.

Roza Tuletaeva, attivista per i diritti dei lavoratori, accusata di essere tra gli organizzatori delle proteste di Zhanaozen, ha denunciato di essere stata appesa per i capelli, di essere stata quasi soffocata con una busta di plastica stretta intorno al capo e di aver subito umiliazioni sessuali. Agenti delle forze di sicurezza minacciarono di fare del male a sua figlia di 14 anni. Al termine del processo è stata condannata a cinque anni di carcere per "incitamento alla discordia sociale".

Aron Atabek, scrittore e poeta dissidente di 60 anni, è stato arrestato nel 2006 e successivamente condannato per aver preso parte a disordini di massa e per l'uccisione di un poliziotto. Da allora, ha trascorso due anni e mezzo in isolamento. Nel novembre 2012 è stato condannato a un altro anno di isolamento, da trascorrere nella prigione di massima sicurezza di Arqalyk, a 1650 chilometri di distanza dalla sua città.

Ora anche Alma Shalabayeva rischia il carcere. E quindi anche pestaggi e torture. "La donna", spiega John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International, "è ora nelle mani del governo del Kazakhistan, tristemente noto per fabbricare accuse contro gli oppositori politici e le persone a loro associate e che vanta una lunga storia di torture, maltrattamenti e processi clamorosamente iniqui. Qualsiasi funzionario o esponente politico italiano coinvolto nell'espulsione di Alma Shalabayeva e di sua figlia, poste dunque a rischio di subire tali violazioni dei diritti umani, dovrebbe essere chiamato a risponderne".

Secondo Andrey Grishin dell'International Bureau for Human Rights (ong che si batte da anni per i diritti umani nel paese), la revoca dell'espulsione non faciliterà il rientro della donna in Italia: "È praticamente impossibile che il governo kazako lo conceda. Anzi, farà di tutto per impedirlo", sostiene Grishin, che anzi teme che presto per la donna si possano spalancare le porte del carcere. "La donna sarà perseguitata da pesanti accuse di ogni genere, rischia di essere imprigionata e sarà utilizzata come ostaggio per far rientrare in patria il marito, il dissidente Mukhtar Ablyazov".

1 commento:

  1. Traditori della patria ‪#‎Letta‬, ‪#‎Berlusconi‬ e ‪#‎Alfano‬ piegano interessi italiani a interessi di governi esteri per estradare con un rapimento Alma e Aula ‪#‎Shalabayeva‬ rispettivamente moglie e figlia del dissidente kazako Makhtar ‪#‎Ablyazov‬. Ora, per evitare ritorno in Italia delle due donne, governo mafioso kazako le indaga per corruzione.
    ‪#‎GovernoItaliano‬ reo di alto tradimento. ‪#‎CapodelloStato‬ ‪#‎Napolitano‬ copre scandali e tradimenti ‪#‎casta‬ politica italiana. Siamo in una feroce dittatura anti-democratica, sospettata di trattative traditrici con governi esteri e organizzazioni mafiose, vile ed assai corrotta, sia moralmente che materialmente.
    http://www.ilcittadinox.com/blog/la-pubblica-sicurezza-interna-ed-esterna-e-insicura-o-peggio-straniera.html
    Immediata dichiarazione dello stato di emergenza, applicazione della legge marziale, reintegrazione della pena capitale per tradimento, mafia e corruzione, istituzione del reato personale di "comportamento mafioso" come dettato dall'art. 27 costituzione italiana.
    Gustavo Gesualdo, alias, Il Cittadino X

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.