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martedì 17 dicembre 2019

Sono 250 i giornalisti in carcere nel mondo: Cina al primo posto, Turchia seconda

La Stampa
Sono 250 in tutto il mondo, la maggior parte in Medio Oriente. Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) ha calcolato che quest'anno è la Cina al primo posto fra i Paesi con più reporter incarcerati, con almeno 48, in aumento rispetto allo scorso anno. Segue la Turchia con 47, ma in deciso calo rispetto ai 68 del 2018.


In questa classifica negativa al terzo posto arrivano Arabia Saudita ed Egitto, entrambi con 26 giornalisti in prigione. In totale, almeno 250 reporter sono incarcerati in tutto il mondo a causa della loro professione. Un anno fa il Cpj aveva documentato 255 casi. Il numero rimane vicino ai 273 prigionieri registrati nel 2016, il record da quando viene pubblicata la statistica.

La Turchia ha guidato la classifica negli ultimi quattro anni, prima del forte calo nel corso del 2019, un miglioramento che però secondo la Ong non riflette "il successo degli sforzi del governo del presidente Recep Tayyip Erdogan per porre fine al giornalismo indipendente e critico". 

Se il Medio Oriente resta la regione critica, la situazione è in peggioramento in Cina. L'aumento dei reporter incarcerati è legato soprattutto alla repressione in corso nello Xinjiang, la regione autonoma dove vive la minoranza turcofona e musulmana degli uiguri.

Secondo il Cpj "il numero dei giornalisti arrestati è aumentato costantemente sotto la presidenza di Xi Jinping e il consolidamento del suo potere nel Paese", mentre la repressione nello Xinjiang "ha portato all'arresto di decine di reporter". Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, ha replicato che "le istituzioni con sede negli Stati Uniti non hanno credibilità" e che la Cina "è un Paese basato sulla stato di diritto, dove nessuno è al di sopra della legge".

Fra gli altri Paesi dove la libertà di stampa è limitata ci sono l'Eritrea, con 16 giornalisti imprigionati, poi il Vietnam, 12, l'Iran, 11. Il rapporto sottolinea come "autoritarismo, instabilità, proteste" hanno portato a un aumento degli arresti in Medio Oriente. Dei 250 reporter in carcere, "l'8 per cento sono donne", in calo dal 13 per cento dello scorso anno. La maggior parte sono stati arrestati per i loro articoli su temi come "diritti umani e corruzione". Il rapporto non include però i reporter sequestrati da entità non statali, come milizie e gruppi terroristici.

Giordano Stabile

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