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lunedì 2 luglio 2018

Mauritania, due attivisti contro la schiavitù, Moussa Biram e Abdallahi Matallah Saleckin, in carcere da due anni

Corriere della Sera
Oggi e domani i capi di stato dell'Unione africana si riuniscono per il 31° vertice a Nouakchott, la capitale della Mauritania, il paese dove gli apostati possono essere condannati a morte e vengono messi in carcere gli attivisti che lottano contro la schiavitù - ufficialmente abolita ma di fatto massicciamente praticata.


In vista del vertice, Amnesty International ha raccolto decine di migliaia di firme nel mondo per chiedere al presidente mauritano Mohamed Ould Abdel Aziz di rilasciare 
Moussa Biram e Abdallahi Matallah Saleck, detenuti da due anni e sottoposti a tortura. 

L'organizzazione per i diritti umani ha inoltre chiesto ai leader africani di non rimanere in silenzio di fronte alle gravi violazioni dei diritti umani in atto nel paese che li ospita. Moussa Biram e Abdallahi Matallah Saleck sono stati arrestati il 29 giugno 2016 a Nouakchott, a seguito di una protesta contro una serie di sgomberi forzati cui, peraltro, non avevano partecipato.

Torturati nei primi giorni di detenzione segreta, il 23 novembre 2016 sono stati condannati a tre anni di carcere, uno dei quali sospeso, per incitamento alla rivolta e ribellione contro il governo.

Nel corso del processo, la pubblica accusa non è stata in grado di presentare una singola prova sui loro presunti reati.

Amnesty International ritiene che Moussa Biram e Abdallahi Matallah Saleck siano stati condannati solo a causa della loro militanza nel movimento antischiavista. 

Dopo il processo, Moussa Biram e Abdallahi Matallah Saleck sono stati trasferiti in una prigione situata a 1200 chilometri dalla capitale, che di solito ospita i condannati a morte e che non prevede visite di avvocati e familiari. 

Il governo mauritano continua ostinatamente a negare l'esistenza della schiavitù e a incarcerare chiunque osi sfidare la versione ufficiale. Dal 2014. Amnesty International ha documentato almeno 168 casi di arresti arbitrari di attivisti contro la schiavitù, 17 dei quali sottoposti a torture.
Riccardo Noury

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