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venerdì 6 luglio 2018

Brennero e migranti, in giugno la quota degli arrivi è stata pari a zero e poche decine nei mesi precedenti

Corriere della Sera
I transiti verso Nord sono crollati: solo 149 nel 2018. E nel mese passato non è stato registrato nessun passaggio.


149 intercettati in sei mesi. Contro i quasi 3.000 dell’intero 2017. E i circa 12.000 del 2016. L’«emergenza» migranti nell’estate 2018 dall’Italia all’Austria è tutta qui. E spiega come attraverso il Brennero ormai non sta transitando quasi nessuno. Quello che un tempo era il corridoio classico — che partiva dalla Sicilia per finire nel Tirolo e procedere fino alla Baviera — si è di fatto prosciugato. 

Del resto basterebbe leggere il progressivo del primo semestre dell’anno in corso: 65 individui bloccati a gennaio sui treni merci, 52 a febbraio, 26 a marzo, 4 ad aprile, 2 a maggio fino a toccare quota zero nel mese di giugno. Un calo netto rispetto ai circa 2.894 respinti in tutto il 2017. E rispetto agli 11.800 del 2016, quando erano nigeriani e marocchini, soprattutto. Circa duemila hanno poi presentate richiesta di asilo in Austria. Quasi tutti gli altri hanno tentato di raggiungere la Germania.

«Controlli più severi»
Il bilancio di questa prima parte del 2018 viene fornito da una fonte non sospetta: la polizia tirolese. Del resto alcuni giorni fa il responsabile della task force per i controlli di confine Erich Lettenbach aveva spiegato che il crollo era il frutto di «controlli più severi che vengono effettuati dalla polizia italiana sui treni in partenza dalla stazione di Verona». Oltre che, più in generale, «al calo complessivo degli sbarchi in Italia». 

Dal 1° gennaio fino a ieri, certifica il nostro ministero dell’Interno, sono sbarcate 16.687 persone, «l’80,4% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017». «I migranti ormai si muovono sulla base di informazioni reali: non si avventurano verso destinazioni dove sanno che ci sono dei controlli», aggiungeva Lettenbach. Che confermava come i controlli trilaterali (agenti italiani, austriaci e tedeschi) sarebbero continuati.
Il fronte bavarese
Il vero fronte problematico per gli austriaci è oggi il confine con la Germania. Nel 2017 in 14.600 hanno tentato di sconfinare in Baviera e di questi 7.200 sono stati consegnati agli agenti austriaci. Nei primi cinque mesi di quest’anno — confermano da Vienna e Berlino — «4.600 persone hanno tentato di entrare in maniera non autorizzata: 2.450 sono state fermate e respinte». Non arriva più quasi nessuno dall’Italia, insomma. Ma ne restano sempre di più in Austria. Sulle cifre in sede di Commissione europea più di qualche funzionario sottolinea che, di fatto, non esiste un database unico. Gli stessi transiti tra i diversi Stati membri — fanno sapere al Corriere da Bruxelles — «non sono omogenei e non sempre identificano il profilo di chi transita e il suo status giuridico». Una battaglia per la trasparenza, ricordano, «avviata più di un anno fa e che finora non ha prodotto risultati».
Il commercio
Quello del Brennero viene considerato il punto di transito più trafficato sulla rotta tra Sud e Nord dell’Europa: l’anno scorso 2,25 milioni di camion sono transitati nei valichi di confine. L’introduzione dei controlli — secondo le stime dell’Ufficio studi Isfort e Conftrasporto — finirebbe così per comportare un costo ulteriore di 370 milioni di euro per i ritardi nell’attraversamento. «La decisione dell’Austria va immediatamente sanzionata», tuona Paolo Uggè, vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto. «Il governo italiano si faccia sollecito interprete delle esigenze del sistema produttivo nazionaleadottando le misure necessarie e avanzando proposte che riducano al massimo i danni per la nostra economia».

Leonard Berberi

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