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giovedì 1 febbraio 2018

USA - Revocato il «Muslim Ban». Ma molto più rigidi i criteri di valutazione sugli immigrati musulmani.

Corriere della Sera
L’amministrazione Usa revoca la contestatissima norma: ma i criteri di valutazione dei rischi sulle persone che arrivano da Paesi a maggioranza musulmana sono ora molto più rigidi 



È, tecnicamente, la fine del «Muslim Ban». Ma la sostanza, per i rifugiati in arrivo da undici Paesi a maggioranza islamica, non è destinata a cambiare: e di certo non in meglio, secondo le organizzazioni non governative. 


L’amministrazione Usa ha ufficialmente revocato il bando nei confronti dei profughi da 11 Paesi considerati ad «alto rischio» (Egitto, Iran, Iraq, Libia, Mali, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Siria e Yemen, oltre alla Corea del nord): ma ha introdotto «ulteriori misure di sicurezza» per la valutazione dei richiedenti. 

Ad annunciarlo è stata Kirstjen Nielsen, segretaria della Homeland Security, ponendo fine a una misura che aveva portato a lunghe e aspre sfide giudiziarie (culminate con la sentenza della Corte Suprema del 26 giugno 2017 che ammetteva parzialmente il bando).

Negli ultimi tre anni oltre il 40% dei rifugiati che arrivavano negli Usa provenivano da queste undici nazioni. Ma l’amministrazione Trump ha ridotto a 45 mila il numero dei rifugiati accoglibili per l’anno fiscale 2018 e dallo scorso ottobre sono entrati solo 23 persone da questi Paesi, grazie alla sentenza di un giudice di Seattle che aveva bloccato parzialmente il bando del presidente. 

La cancellazione del «ban» a poche ore dal discorso sullo stato dell’Unione, di fatto, è un modo per evitare le cause giudiziarie per discriminazione rispetto ai diversi Paesi a prevalenza musulmana. La sostanza non cambia, anzi diventa ancora più severa, secondo quanto riferito da Amnesty International

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