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martedì 10 maggio 2016

I graffiti sui muri del Cairo: "Giulio Regeni era nostro fratello, uno di noi"

La Repubblica
"Giulio era uno di noi ed è stato ucciso come veniamo uccisi noi". Il tratto elegante della grafia araba non ammorbidisce parole pesanti come pietre. El Teneen, uno dei più importanti writer egiziani le ha vergate in rosso, perché in nessun modo possano passare inosservate. "Era uno degli hashtag più popolari in Egitto quando si è saputo della sua morte: mi è sembrato giusto disegnarlo così, senza aggiungere troppo. Perché questo è quello che la gente pensa". 


El Teneen è uno degli artisti egiziani che hanno scelto di ricordare Giulio Regeni con un graffito. E non il solo. Gli schizzi riprodotti qui sopra sono di due nomi importanti della street art egiziana, Naguib e iAhmed, e "prenderanno vita" nei prossimi giorni per le vie del Cairo e di Berlino quando i loro autori litrasformeranno in stencil, letteralmente stampini, una sorta di mascherine che consentono la rapida riproduzione di un disegno con colori o bombolette spray."Questi disegni sono importanti perché in Egitto i graffiti sono il linguaggio delle persone comuni. Dalla rivoluzione in avanti, la gente ha parlato e raccontato quello che accadeva sui muri": così Don Karl, co-autore ed editore di Walls of freedom, il più importante libro sui graffiti egiziani contemporanei, commenta l'iniziativa di alcuni artisti egiziani che hanno raffigurato il volto di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo, disegni che, riprodotti, faranno il giro del mondo

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