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martedì 22 marzo 2016

Siria: ad Aleppo la tregua resiste, ma si muore di sete

Lettera 43
Ad Aleppo e dintorni 1,5 milioni di cittadini senza acqua. I pozzi sono inquinati. E anche quella in bottiglia non è potabile. Gli abitanti a L43: «È un dramma».
da Beirut
Un ragazzo raccoglie acqua ad Aleppo, in una zona controllata dai ribelli.
La tregua in Siria, anche se fragile, sta regalando a una parte della popolazione giorni di relativa tranquillità.
Da quando, nel marzo del 2011, esplose la guerra civile Aleppo fu immediatamente coinvolta e un’invisibile linea di frontiera oggi divide la parte orientale in mano ai ribelli da quella occidentale controllata dal governo Assad.
«Il vero miracolo? Avere acqua corrente». Gli ultimi mesi sono stati segnati dai pesanti bombardamenti russi contro le postazioni dell'Isis e del Fronte al Nusra. Poi il silenzio, seppure intermittente.
Ma per i superstiti di Aleppo il dramma non è finito: «Una cosa semplice come fare una passeggiata sembra eccezionale, ma il vero miracolo sarebbe aprire il rubinetto e vedere l’acqua scorrere», dice Marie.
«La situazione generale è migliorata», le fa eco Bilal, un volontario della protezione civile, «da quando c’è la tregua non abbiamo più fatto interventi di soccorso. Ieri abbiamo addirittura organizzato una partita di calcio nel piazzale delle ambulanze. Al mercato si trova quasi tutto, ma l’acqua è il vero problema».
L'oro blu come merce di scambio. Già a partire dal 2012 gli scontri avevano danneggiato le pompe e i serbatoi che portavano l’acqua in città. Poi le varie forze in campo, che controllavano diverse sezioni dell’acquedotto, hanno iniziato a usare l'oro blu come arma o merce di scambio.
«Una volta l'Isis ha chiuso i rubinetti per riaprirli solo in cambio di forniture», racconta Bilal, «l’esercito invece ha tagliato la corrente alle pompe per ottenere uno scambio di prigionieri. Il risultato per noi era sempre lo stesso: si stava all’asciutto».
Finché, a novembre, un attacco aereo russo ha colpito un impianto in mano all'Isis. E tutta la città è rimasta senza acqua.

Un milione e mezzo di persone senza acqua ad Aleppo e dintorni

Secondo l'Unicef circa 1 milione e mezzo di persone ad Aleppo e dintorni sono costrette a ricorrere a mezzi di fortuna.
«Vivere senza acqua è una catastrofe», dice Marie, «ci siamo abituati a stare senza elettricità e con poco cibo, ma senza acqua è quasi impossibile».

In questi anni sono stati scavati molti pozzi, ma l’acqua prelevata spesso è inquinata e secondo gli operatori dell'Unicef in città aumentano costantemente i casi di tifo e di salmonella.
Inoltre, secondo le agenzie umanitarie, anche l’acqua in bottiglia venduta da imprenditori senza scrupoli non è sempre potabile.
[...]

di Mauro Pompili

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