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giovedì 17 marzo 2016

Mattarella invita l'Europa a guardare l'esempio dell'Etiopia nell'accoglienza ai profughi

Blog Diritti Umani - Huma Rights
La visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Etiopia ha svelato ai media Europei e mondiali la situazione di una paese africano che come ha dichiarato il Presidente ai giornalisti: 

“L’Etiopia accoglie, nei vari campi profughi, 800.000 rifugiati, malgrado le conseguenze climatiche di El Nino che qui hanno provocato una grave siccità. Malgrado questa difficoltà c’è questa forte accoglienza”.
E pensando al vertice di Bruxelles: 
"Dopo una giornata così intensa sarebbe bene mandare al Consiglio europeo il filmato di quello che abbiamo potuto vedere qui in Eiopia".

L'Etiopia che sta affrontando una crisi climatica con una siccità che sta mettendo 10 milioni di abitanti in emergenza alimentare non si sente giustificata a chiudere le sue frontiere a chi fugge dai paesi confinanti.

Come il popolo Nuer che fugge dalla guerra civile nel Sud Sudan, che ha formato una "città" chiamata Terkidi/Kulè con più di 100 mila presenze. 
Nella regione di Gambella i rifugiati sono 207 mila.

La delegazione in visita ha potuto vedere lunghe file di capanne di legno con latrine e tetti il lamiera e gli aiuti che cercano di rispondere alle esigenze di questa "città": il capannone della scuola gestita dall'UHHCR e Save The Children, il magazzino alimentare del WFP, i tubi che prendono acqua dalle cisterne montate dall'Unicef con i fondi della cooperazione italiana.


L'Europa sta assumendo sempre più i tratti di un vecchio avaro che si chiude in casa e non ha figli suoi per costruire un futuro e non ha l'intelligenza di accogliere e governare la grande risorsa che è l'arrivo di giovani immigrati che portano con se tante risorse fresche e sane da investire.
Per non impoverirsi dietro i muri che sta costruendo l'Europa dovrebbe avere l'umiltà di apprendere da una paese africano come l'Etiopia che provata dalla siccità non ha chiuso le porte ed accoglie 820 mila profughi.


Ezio Savasta

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