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giovedì 21 novembre 2013

Stati Uniti: detenuto Guantánamo "lasciateci morire in pace... o dite al mondo la verità"

Huffington Post
"Siamo stanchi, per favore lasciateci morire in pace o dite al mondo la verità". 


Un urlo straziante, disperato. È quello di Shaker Aamer, ultimo detenuto inglese recluso nel carcere di massima sicurezza di Guantánamo, raccolto dalle telecamere di 60 Minutes, il programma di inchieste giornalistiche della Cbs, che per prima ha avuto accesso al penitenziario. Da undici anni a Guantánamo, Ammer è uno degli ultimi 164 detenuti ancora rinchiusi nel carcere. Il volto della prigione non è più quello conosciuto negli anni dell'amministrazione Bush, ma le condizioni di reclusione sono ancora durissime, come testimoniano le esclusive immagini di 60 Minutes. Ed è proprio nel corso di una delle interviste registrate dalla giornalista Lesley Stahl che i microfoni intercettano lo sfogo di Aamer: "Per favore colonnello, ci tratti come degli esseri umani, non degli schiavi". Grida raccolte senza la possibilità di mostrare il volto del detenuto. "Non possiamo camminare neanche mezzo metro senza le catene. È questo un trattamento da esseri umani o da animali?"

Immagini molto forti che mostrano anche una breve rivolta dei detenuti contro le porte delle celle in un'ala di massima sicurezza mentre è in corso l'intervista. Immagini che la stessa giornalista si sorprende non siano state censurate dall'Esercito. "Lo abbiamo fatto per le guardia, per mostrare a tutti che cosa devono fronteggiare", le risponde il colonnello John Bogdan, capo della base.

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