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martedì 28 maggio 2013

Latina, arrestato da due giorni si uccide tagliandosi le vene in carcere

Il detenuto, un 48enne finito in manette per reati di droga, trovato agonizzante nella sua cella
LATINA - Un detenuto della casa circondariale di Latina si è ucciso. P.P., 48 anni, era stato arrestato venerdì 24 maggio nell'ambito dell'operazione «Piazze pulite» coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha smantellato una rete di spacciatori stranieri e italiani, in tutto 25 persone. L'uomo, originario di Fondi (Latina), finito in manette per reati di droga, era stato portato nel carcere del capoluogo pontino in attesa dell'interrogatorio previsto per la giornata di lunedì. Ma domenica ha deciso di togliersi la vita in maniera atroce: tagliandosi le vene dei polsi.
 «Si è tolto la vita tagliandosi le vene con una lametta, all’interno della sua cella di Alta Sicurezza nel carcere di Latina. E’ morto così, domenica sera nel capoluogo pontino, il 48enne Pasqualino Pietrobono», recita il comunicato del garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. L’uomo per i reati cui era accusato, era stato messo in una cella singola nella sezione Alta Sicurezza. Domenica pomeriggio, intorno alle 18, è stato trovato agonizzante con le vene dei polsi tagliate. E’ stato dichiarato morto alle 19 e 16.

 «Spetta ovviamente alla magistratura chiarire questa vicenda - ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni - resta, però il fatto che quello di Latina è un vero e proprio carcere di frontiera con tutte le problematiche che questo comporta. Attualmente vi sono ospitati circa 150 detenuti ma la struttura ospita, in un anno, oltre 1.000 reclusi, con un turn over fra i più elevati d’Italia. A questo dato oggettivo si devono, poi, aggiungere una certa lontananza della società civile ed i tagli imposti ai budget: basti pensare che lo psicologo ha a disposizione solo 13 ore mensili. In queste condizioni è molto difficile garantire assistenza sanitarie e psicologica continuativa ai 

 Notizia terribile proprio nel momento in cui la corte di Giustizia europea ha intimato all'Italia di risolvere l'emergenza carceraria italiana. E inoltre, solo pochi giorni prima c'era stata la visita dell'assessore regionale Rita Visini presso la struttura pontina sottolineando l'insostenibile livello di sovraffollamento, arrivato a sfiorare il 90%. Superata la media regionale che, nelle quattordici strutture, fa contare un sovraffolamento pari al 50%.

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