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giovedì 9 maggio 2013

Emergenza rifugiati siriani: cresce il rischio epidemie, soprattutto fra i bambini

Il Sole 24 Ore 
Secondo testimonianze di operatori umanitari dell'Associazione libanese dell'Ordine di Malta sale l'emergenza sanitaria fra i rifugiati siriani all'estero che supereranno i 3 milioni e mezzo entro fine 2013.

L'emergenza umanitaria del conflitto siriano si sta trasformando sempre più in emergenza sanitaria, a causa delle precarie condizioni igieniche in cui vivono i rifugiati nei paesi confinanti, che – secondo stime ONU – hanno raggiunto un milione e mezzo e potrebbero raddoppiare entro la fine del 2013.

La situazione sanitaria è diventata esplosiva soprattutto per i bambini, a rischio di malattie infettive epidemiche. A lanciare l'allarme è l'Associazione Libanese dell'Ordine di Malta, che gestisce il Centro medico di Khaldieh nel nord del Libano con il supporto del Malteser International (la speciale Agenzia di soccorso umanitario dell'Ordine). Il Centro di Khaldieh ha recentemente avviato un programma di visite a domicilio per 400 famiglie siriane, che vivono in condizioni precarie nei villaggi di Zgharta e Kfarzayna, con l'obiettivo di vaccinare i bambini, offrire cure mediche e sensibilizzare la popolazione su salute e igiene. Il programma si aggiunge alle cure mediche gratuite fornite dal Centro negli ultimi 8 mesi a oltre 1.300 siriani.
L'allarme dell'Ordine di Malta rieccheggia quello di Medici Senza Frontiere: i siriani fuggiti dagli scontri nei loro villaggi, che hanno cercato rifugio in Libano, non ricevono un livello adeguato di assistenza sanitaria e vivono in condizioni estremamente precarie.

Il rapporto di MSF "Misery beyond the war zone - life for Syrian refugees and displaced populations in Lebanon" mostra come, tra gli altri risultati preoccupanti, molti dei siriani che si sono rifugiati in Libano non riescano a ottenere l'assistenza sanitaria necessaria. L'indagine mostra un notevole deterioramento della situazione umanitaria in Libano, in gran parte dovuto ai ritardi delle lunghe procedure di registrazione. I rifugiati non hanno il diritto a un'assistenza ufficiale se non sono registrati.
Sono oltre 428.000 i rifugiati siriani in Libano che ricevono assistenza dalle agenzie delle Nazioni Unite e dal governo libanese. Secondo l'ultimo rapporto dell'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono 302.000 i registrati nel Paese dei Cedri e 125.000 coloro che stanno ancora aspettando di completare le procedure. Nel nord del Libano il numero maggiore di rifugati siriani,128.000, contro i 111.000 nella Bekaa, 38.000 a Beirut e 24.000 nel sud.

A gennaio le autorita' libanesi avevano rivolo un appello ai paesi arabi per una donazione di 370 milioni di dollari per contribuire ad aiutare i rifugiati siriani. L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Antonio Guterres, ha detto che il numero dei rifugiati in Libano ha superato il 10-15% della sua popolazione. E' come se in Italia ci fossero 8-10 milioni di profughi.
"Nelle mie visite a domicilio incontro persone che vivono in scantinati, dormono su letti di cartone improvvisati", spiega Rouba Azize, del gruppo dei coordinatori dei soccorsi di emergenza per i profughi e assistente sociale nel Centro di Khaldieh dell'Ordine di Malta. "Le condizioni igieniche sono terribili e costituiscono una minaccia per la salute di tutti. Molti bambini soffrono di infezioni della pelle e sono in aumento alcune malattie infettive, come la rosolia", dice ancora Azize. I rifugiati siriani coinvolti nel programma di visite a domicilio hanno ricevuto kit per l'igiene personale, coperte e materassi.

Secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, sono circa 7 milioni i Siriani ad avere bisogno immediato di aiuti umanitari, fra questi 4 milioni e mezzo sono i profughi all'interno del Paese, che fuggono dalle aree teatro degli scontri armati.
Tra le molte situazioni di miseria, uno scantinato di 200 metri quadrati nella regione di Zgharta, vicino a Khaldieh. Una stanza buia e umida dove vivono stipate circa 100 persone. "Il bisogno è enorme. Molte sono le malattie e il rischio di epidemie tra i rifugiati è molto alto", racconta Miladia Hamati Aoun, una delle infermiere di Khaldieh. A fine marzo, il Centro medico ha condotto una campagna di vaccinazione di tre giorni per le decine di bambini e ragazzi rifugiati, contribuendo a proteggerli contro malattie come la poliomielite. Ai bambini sono stati inoltre somministrati integratori di vitamina A, come misura di prevenzione.
"I rifugiati sono molto grati per l'aiuto ricevuto" conclude Aoun. "Possa Dio proteggere voi, la vostra famiglia e la vostra casa" mi ripetono spesso. "Questa benedizione ha un significato molto particolare, considerando quello che stanno vivendo. Molti di loro hanno perduto membri della propria famiglia e la loro casa".

Da luglio 2012 il Malteser International, grazie al supporto di partner locali come la ONG turca Blu Crescent, ha fornito soccorso umanitario a più di 24.000 profughi in Siria, Turchia e Libano, distribuendo migliaia di kit di emergenza e igiene, stufe e coperte. Squadre di distribuzione sono impegnate nel trasporto di aiuti alimentari (tra cui cibo per l'infanzia) dalla Turchia ai distretti siriani di A'Zaz, Afrin e Al Bab, una regione rurale a nord di Aleppo in mano all'opposizione. Gli aiuti alimentari serviranno a sfamare 750 famiglie e 500 bambini per 5 mesi.

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