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lunedì 20 maggio 2013

Guinea Equatoriale - Arrestati dissidenti politici in vista delle elezioni

Corriere della Sera
Il 26 maggio i cittadini e le cittadine della Guinea Equatoriale si recheranno a votare per eleggere il parlamento nazionale e una serie di consigli locali.
Per la prima volta, a seguito della riforma costituzionale del febbraio 2012, eleggeranno anche 55 senatori.
Gli altri 15 saranno nominati direttamente dal presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo (nella foto a destra), al potere dal 1979.

La sua formazione politica, il Partito democratico della Guinea Equatoriale, ha il monopolio del potere: controlla l’informazione e la distribuzione del denaro pubblico, millanta tentativi di colpo di stato per imporre provvedimenti per difendere la sicurezza nazionale.
Insomma, le elezioni del 26 maggio non sono destinate a riservare sorprese.
Per andare sul sicuro, tuttavia, non è mancata la consueta retata pre-elettorale nei confronti degli attivisti democratici e degli oppositori politici.

Esponenti di Convergenza per la democrazia sociale, uno dei due partiti di opposizione cui è concesso competere alle elezioni, sono stati intimiditi e posti in fermo di polizia per qualche ora, sufficiente a far capire che aria tirasse.

L’8 maggio Enrique Nsolo Nzo, docente universitario, è stato picchiato, trattenuto in carcere per un giorno, interrogato di fronte alle telecamere e infine licenziato in tronco solamente per aver preparato degli striscioni per una manifestazione studentesca che poi non ha avuto luogo.

Suo padre, Marcelo Nzo Nsue, e suo fratello maggiore, Zenón Nsue Nzo, sono stati arrestati il 14 maggio e da allora sarebbero trattenuti in un centro di detenzione gestito dal ministero dell’Interno.

Il giorno prima, il 13 maggio, erano state arrestate Clara Nsegue Eyi e Natalia Angue Edjodjomo, coordinatrici del Movimento di protesta popolare e fondatrici del Partito democratico per la giustizia sociale. Avevano intenzione di scendere in piazza due giorni dopo per chiedere il riconoscimento della loro nuova formazione politica, precedentemente negato. Mentre scriviamo, si trovano in una cella della stazione centrale di polizia della capitale Malabo.

Infine, il 16 maggio è stato arrestato Jerónimo Ndong, segretario generale dell’altro partito di opposizione, l’Unione popolare.

A nessuno interesserà monitorare l’andamento delle elezioni, che come è ovvio saranno stravinte dal partito del presidentissimo.

Intanto, Amnesty International sta chiedendo la scarcerazione dei dissidenti.

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