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sabato 6 aprile 2019

Armi italiane in Yemen. Il parlamento continua a rimandare la discussione. Un silenzio che uccide.

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Armi italiane in Yemen, anche oggi il parlamento ne riparla domani: "Ingiustificabile"
"La discussione di due risoluzioni sul conflitto, ferme da mesi in Commissione Esteri, è stata rinviata ancora. Grido d'allarme: "Ingiustificato, e oramai ingiustificabile". L'Italia resta a guardare (e fornisce armi) nonostante la più grave catastrofe umanitaria del mondo

Il tema non sembra essere di pressante attualità per il mondo politico italiano. Ma l'Italia c'entra, in questa drammatica vicenda. La discussione di due risoluzioni sul conflitto in Yemen, ferme da ben cinque mesi in Commissione Esteri della Camera dei Deputati, calendarizzata per l’ennesima volta la settimana scorsa e poi spostata a mercoledì, è stata nuovamente rinviata. I fatti: la Commissione Esteri della Camera avrebbe dovuto finalmente discutere, e auspicabilmente votare, due risoluzioni presentate già da diversi mesi, riguardanti la situazione del conflitto in Yemen. Pochi giorni fa, in occasione del quarto anniversario dall’inizio delle ostilità, molti parlamentari hanno ricordato la più grave crisi umanitaria in corso. Ma in pratica la politica resta silente.

Un gruppo di organizzazioni, tra cui Amnesty International Italia, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari Italia, Oxfam Italia, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo e Save the Children Italia, si aspettava "passi avanti significativi che, ancora una volta, non ci sono stati".

Armi di produzione italiana in Yemen: silenzio ingiustificato
Lo Yemen non può più attendere. "Il conflitto in questi anni ha avuto impatti devastanti sulla popolazione civile yemenita. Decine di migliaia di vittime, tra cui tantissimi bambini, continue violazioni di diritti umani, crimini di guerra accertati da esperti internazionali, bombardamenti di ospedali (di pochi giorni fa l’ultimo) e strutture sanitarie al collasso, difficoltà di accesso ad acqua potabile, e l’epidemia di colera" dicono. "Sin dall’inizio del conflitto molte Organizzazioni della società civile italiana hanno sottolineato la propria preoccupazione non solo per la sua evoluzione e le drammatiche conseguenze sulla popolazione civile, ma anche sulla fornitura di armi di produzione italiana ad alcune delle parti coinvolte nei combattimenti".

"Ingiustificato, e oramai ingiustificabile" viene definito il rinvio del dibattito alla Camera dei Deputati. L'appello è chiaro: "Il Parlamento ed il Governo si impegnino affinché il nostro Paese assuma un ruolo attivo di facilitazione della fine del conflitto e non contribuisca invece alla sua continuazione con forniture militari. Mentre molti altri Paesi hanno deciso di sospendere l’invio di armamenti (Germania, Paesi Bassi, Belgio, Norvegia, Finlandia tra tutti) l’Italia non può limitarsi ad osservare passivamente l’impatto del conflitto su centinaia di migliaia di civili yemeniti, ma deve al contrario fare scelte forti e concrete".

"Stop alle armi (anche italiane) alle parti in conflitto in Yemen"
L'appello delle numerose organizzazioni contiene un riferimento molto chiaro al commercio di armi, che lega il nostro Paese al conflitto in corso in Yemen: bisogna "imporre (in linea con le risoluzioni del Parlamento europeo del 4 ottobre e 25 ottobre 2018 e nel rispetto della normativa nazionale - legge 185/90 -, del Trattato internazionale sul commercio di armamenti e della Posizione Comune dell’Unione europea sull’export di armamenti) un embargo immediato sulle armi e la sospensione delle attuali licenze di esportazione di armi a tutte le parti nel conflitto dello Yemen, in quanto è presente un chiaro rischio di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario (come testimoniano numerosi episodi di questi ultimi mesi). L’embargo dovrebbe riguardare anche tutti i tipi di armamento presenti nell’elenco comune delle attrezzature militari e delle tecnologie di uso duale dell'Unione europea al fine di garantire che nessun arma, munizione, equipaggiamento militare o tecnologia, o supporto logistico e finanziario per tali trasferimenti sia oggetto di forniture dirette o indirette alle parti in conflitto nello Yemen". La parola passa alla politica: si spera in tempi ragionevoli. In ogni caso è già tardi.



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