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venerdì 20 aprile 2018

Le bombe italiane nella guerra in Yemen: presentata una denuncia alla procura di Roma

Corriere della Sera
Alle 3 di notte dell’8 ottobre 2016 uno degli innumerevoli attacchi aerei della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita in Yemen colpisce il villaggio di Deir Al-Hajari, nel nord-ovest del paese.


L’attacco uccide una famiglia di sei persone, tra cui una madre incinta e quattro bambini.
Sul luogo dell’attentato vengono rinvenuti alcuni resti di una bomba MK80 e un anello di sospensione (componente bellico necessario per caricare la bomba su un aereo) fabbricati da RWM Italia S.p.A., società controllata dal produttore tedesco di armi Rheinmetall AG.

Per fare luce sul contributo fornito da soggetti italiani in quell’attacco, ieri l’European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR), la Rete Italiana per il Disarmo e l’organizzazione non governativa yemenita Mwatana hanno presentato una denuncia penale alla Procura della Repubblica italiana di Roma.

Nella denuncia si chiede che venga avviata un’indagine sulla responsabilità penale dell’Autorità italiana che autorizza le esportazioni di armamenti(Unità per le Autorizzazioni dei Materiali d’Armamento – UAMA) e sugli amministratori della società produttrice di armi RWM Italia S.p.A. per le esportazioni di armamenti destinate agli stati membri della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita coinvolti nel conflitto in Yemen.
Dal marzo 2015 tutte le parti coinvolte nel conflitto nello Yemen hanno ripetutamente violato i diritti umani e la popolazione civile sta affrontando una crisi umanitaria di vaste proporzioni. Numerosi attacchi aerei sferrati dalla coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita sono stati giudicati dalle Nazioni Unite in violazione del diritto umanitario internazionale. Amnesty International parla ripetutamente di crimini di guerra.

“Ciò nonostante, l’Italia continua ad esportare armi verso i membri della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita. Ciò è contrario alla legge italiana n.185/1990, che vieta l’esportazione di armi verso paesi in conflitto armato. Inoltre, è in contrasto con le disposizioni vincolanti della Posizione comune dell’Unione Europea che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di attrezzature militare e contro le prescrizioni contenute nel Trattato internazionale sul commercio delle armi”, ha dichiarato Francesco Vignarca, della Rete Italiana per il Disarmo.

Radhya Al-Mutawakel, direttrice di Mwatana, ha aggiunto: “Dal 2015 la coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha ucciso e ferito migliaia di civili in Yemen e ha bombardato anche scuole, ospedali, case, ponti e altro ancora. È molto triste che anche l’Italia stia alimentando questa guerra, vendendo armi ad alcuni stati membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita”.

Riccardo Noury

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