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giovedì 26 aprile 2018

Grecia, rifugiati nell’isola di Lesbo attaccati da estremisti di destra, mentre si riapre la rotta balcanica, 1750 arrivi a marzo.

Corriere della Sera
I rifugiati stavano protestando per sollecitare una risposta alle richieste d’asilo. Tra i profughi aggrediti anche molti bambini. 

La polizia ha evacuato la piazza. Decine di migranti sono rimasti feriti nella notte nell’attacco di un gruppo di estrema destra a Lesbo, isola greca nell’Egeo al collasso, affollata soprattutto da afghani e da siriani in fuga dalla guerra.

I rifugiati attendono da mesi una risposta alle richieste di asilo e da cinque giorni si erano accampati nella piazza centrale di Mitilene, principale località dell’isola, per chiedere migliori condizioni nel campo di Moria e soprattutto una risposta alle loro richieste di asilo.

Bastoni e pietre sui manifestanti
Ma all’imbrunire diverse centinaia di giovani dell’ultradestra hanno cominciato a insultarli e li hanno attaccati con bastoni e lanci di pietre. Gli aggressori hanno dato alle fiamme cassonetti dell’immondizia. I migranti si sono rifiutati di lasciare la piazza e il centro storico della località è diventato un campo di battaglia, secondo quanto riferito da testimoni.
Tra i rifugiati aggrediti c'erano anche molti bambini, come mostrano i video caricati su Facebook da Ariel Ricker, responsabile della ong Advocates Abroad.
Lo sgombero
La polizia è riuscita a sgomberare la piazza e i rifugiati sono stati ricondotti nell’hotspot di Moria, già al collasso: ospita già quasi 8.000 profughi, per 1800 posti ufficiali. Un record da quando due anni fa l’Unione europea ha firmato un accordo da 6 miliardi di euro con la Turchia per bloccare il flusso di profughi verso la rotta balcanica, una rotta che stando alla ripresa degli arrivi (1750 a marzo), è di nuovo aperta.

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