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mercoledì 31 gennaio 2018

Turchia, riprende il processo contro 11 difensori dei diritti umani

Agora Vox
Mercoledì 31 gennaio a Istanbul riprenderà il processo contro 11 difensori dei diritti umani, tra i quali Taner Kılıç e İdil Eser, rispettivamente presidente e direttrice di Amnesty International Turchia.

Gli undici imputati devono rispondere di inesistenti reati di “terrorismo”. Finora, la procura non ha fornito alcuna prova a sostegno dell’accusa né ha dimostrato alcun comportamento penalmente rilevante. Si tratta di un procedimento politicamente motivato con l’obiettivo di zittire le voci critiche all’interno della Turchia.

Taner Kılıç è stato arrestato il 6 giugno 2017 e posto in stato di detenzione tre giorni dopo. Gli altri 10 attivisti sono stati arrestati a luglio. Otto di loro sono stati tenuti in carcere per quasi quattro mesi prima di essere rilasciati su cauzione alla fine della prima udienza.

L’accusa nei confronti di Taner Kılıç è grottesca: aver scaricato e utilizzato l’applicazione di messaggistica ByLock, che secondo la procura turca era usata dai membri del movimento Gülen per le loro comunicazioni. Tuttavia, due analisi indipendenti commissionate da Amnesty International sul telefono di Taner Kılıç hanno concluso che sul suo telefono non c’era la minima traccia dell’applicazione.

Il mese scorso le autorità turche hanno ammesso che migliaia di persone erano state ingiustamente accusate di aver scaricato l’applicazione. Dopo aver pubblicato i numeri di telefono di 11.480 utenti, ne è derivata una scarcerazione di massa. Purtroppo, Taner Kılıç non è tra coloro che sono tornati in libertà.

Oltre un milione di persone da 194 paesi e territori, tra cui decine di personalità e figure autorevoli, hanno firmato gli appelli di Amnesty International per chiedere il rilascio di Taner Kılıç e degli altri 10 difensori dei diritti umani.


Riccardo Noury - Amnesty International

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