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mercoledì 24 gennaio 2018

In Honduras c’è un movimento di lotta che si batte per salvare il popolo Lenca e la sua terra

Lifegate
Dopo la morte di Berta Cáceres, la lotta per tutelare i territori e i diritti delle popolazioni indigene dall’industria mineraria e idroelettrica non si ferma. È il caso del popolo Lenca, in Honduras.
L'indigena lenca Julia Francisco Martínez: il marito è stato ucciso
per aver difeso le terre ancestrali © Giles Clarke/Global Witness
Nonostante l’attenzione internazionale per il caso dell’omicidio dell’attivista Berta Cáceres, leader del Consiglio delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh) rimasto impunito a due anni di distanza, continuano nel paese dell’America centrale le violazioni dei diritti dei popoli indigeni e le concessioni a compagnie straniere di porzioni di territorio indigeno senza rispettare il consenso libero, preventivo ed informato delle comunità. 

In occasione della maratona di Amnesty International Write for rights che ha fatto tappa in Italia dal 4 al 10 dicembre scorso, abbiamo intervistato gli attivisti Martin Gómez Vasquez e Margarita Pineda Rodriguez, leader dei Milpah, il Movimento indipendente degli indigeni Lenca di La Paz, in Honduras.

Quali sono gli obiettivi del movimento, Milpah?
L’obiettivo del Milpah è tutelare il territorio, i diritti del popolo indigeno e l’ambiente. La visione del Milpah considera l’uomo in armonia con il pianeta e la natura in generale. Questo portare rispetto e tutelare la madre terra ci ha purtroppo portato esclusione, incarcerazione, miseria ed estrema povertà. Al momento siamo di fatto esclusi da qualsiasi progetto amministrativo del governo dell’Honduras, solo in quanto Lenca.
Qual è la situazione che vive il vostro popolo in Honduras?
Da anni ormai siamo vittime di persecuzioni, torture, assassini da parte delle aziende e del governo honduregno che vende il nostro fiume, le nostre terre e tutto ciò che è al loro interno come minerali e fauna, senza il nostro consenso. Ci sono leggi internazionali che tutelano le nostre terre e poi leggi nazionali che, in contraddizione alle prime, le concedono a compagnie straniere. In questi anni è stato venduto circa il 35 per cento del nostro territorio per creare nuove infrastrutture. Ad esempio il progetto idroelettrico Aurora 1 è situato all’interno di una riserva naturale Lenca. Non c’è interesse da parte del governo nel rispetto dei diritti dei popoli indigeni. Abbiamo dovuto adire i tribunali internazionali affinché il diritto interno venisse rispettato. Ci siamo appellati alla Convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), alla Convenzione americana sui diritti umani per denunciare la nostra condizione.
Se il diritto nazionale non vi tutela come mai rivolgervi alle organizzazioni internazionali?
Anche se la nostra contestazione non avrà alcun effetto immediato, vogliamo creare una base per poter intraprendere una denuncia dipartimentale, poi nazionale ed infine internazionale. Ed è grazie alle organizzazioni internazionali a tutela diritti umani che alcuni di noi possiedono la protezione internazionale come difensori dei diritti umani validata dalla Corte interamericana dei diritti umani. Si tratta per noi di in un periodo di grande tensione dove rischiamo la vita ogni giorno.

Il governo non vi ha dato alcun tipo di compensazione, una riparazione per i territori sottratti?
Ci hanno promesso tanto, soprattutto progetti di natura sociale, ma alla fine non è stato fatto nulla. L’ho vissuto con un’esperienza diretta all’interno del mio municipio, quello in cui si trova il progetto idroelettrico Aurora 1. Avevano promesso di portare l’acqua potabile in quattro municipi, sono passati cinque anni ma nessun progetto a vantaggio della comunità è stato realizzato Alcuni sindaci che si sono opposti ai progetti sono stati inoltre minacciati, feriti e imprigionati.

Cosa può fare ognuno di noi per supportare la causa del Milpah?
Chiediamo alle organizzazioni internazionali, soprattutto europee, che finanziano abitualmente progetti in Honduras di vincolare il loro sostegno economico al rispetto dei diritti umani e della Convenzione 169 dell’Ilo. Chiediamo invece alle organizzazioni non governative come Amnesty International di continuare a monitorare la situazione in Honduras, venire a visitare il nostro Paese per confermare che ciò che raccontiamo è reale, è vero, e di aiutarci a diffonderlo. Ogni cittadino poi, può supportare i Lenca e tutte quelle popolazioni cui diritti non vengono rispettati informandosi e sostenendo maratone e campagne che aumentino la pressione internazionale facendo luce sulle violazioni e sui soprusi. La maratona di Amnesty, ad esempio, grazie alla mobilitazione internazionale è riuscita a raccogliere oltre 150mila firme per sostenere i difensori dei diritti umani che ogni giorno rischiano la vita.

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