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giovedì 29 gennaio 2015

USA - Pena di morte, la Corte Suprema ferma tre esecuzioni in Oklahoma

Corriere della Sera
La decisione dopo il ricorso di tre detenuti contro il farmaco utilizzato per il procedimento: potrebbe non essere abbastanza potente da eliminare il dolore

La Corte Suprema USA
La Corte Suprema ha ordinato all’Oklahoma di rinviare le prossime tre esecuzioni previste fino a quando non sarà presa una decisione sul controverso farmaco usato per il procedimento, che potrebbe violare il divieto, imposto dalla Costituzione americana, di punizioni “troppo” crudeli. 

La sentenza arriva dopo il ricorso di tre condannati a morte che si erano rivolti alla Corte per far fermare le esecuzioni, previste da qui a marzo. In attesa della decisione dei giudici, lo stato dell’Oklahoma(che continua a sostenere che il farmaco utilizzato è giusto) voleva comunque procedere con le esecuzioni usando un altro farmaco, ma la Corte Suprema ha respinto la richiesta. Questo significa che Richard Glossip, John Grant e Benjamin Cole, ritenuti colpevoli di assassinio, non andranno nel braccio della morte. Glossip, accusato di aver ordinato l’assassinio del suo capo nel 1997, doveva morire giovedì prossimo. L’esecuzione di Grant era prevista per il 19 febbraio e quella di Cole, accusato di avere ucciso la sua bambina di nove anni, per il 5 marzo.

Sedativo sotto processo
«Si ordina che le esecuzioni, dove è previsto l’uso del midazolam, siano bloccate in attesa della disposizione finale sul caso», si legge nella decisione della Corte Suprema. Lo scorso venerdì i giudici hanno accettato la richiesta dei tre detenuti e deciso di verificare se il sedativo midazolam possa essere utilizzato nelle esecuzioni a seguito dei timori che non produca un profondo stato comatoso e di incoscienza come è accaduto nelle esecuzioni avvenute in Arizona, Ohio e Oklahoma. 

Il caso sarà discusso ad aprile e una decisione è attesa per giugno. Il midazolam è sotto accusa dall’aprile 2014, dopo l’esecuzione di Clayton Lockett: in quel caso il condannato, dato per incosciente, aveva cominciato ad agitarsi e urlare perché la vena dove dove essere iniettato il mix di farmaci letali era scoppiata, poi è morto d’infarto. La Casa Bianca in quell’occasione aveva commentato: «Nel caso di Lockett non sono stati rispettati gli standard di umanità necessari».
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