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sabato 15 ottobre 2016

Italia - Rep. Centrafricana - La Cooperazione Italiana non dimentica Bangui

COOPI
L’Italia non resta indifferente dinanzi alla situazione molto delicata che sta vivendo la popolazione della Repubblica Centrafricana e la visita di Mario Giro sul territorio ne è un chiaro messaggio. 



Quella del Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale è stata una missione partita l’11 ottobre, nel corso della quale c’è stata l’apertura di una nuova sede della Cooperazione Italiana e le visite ai progetti promossi dalle Ong italiane presenti sul territorio. COOPI lavora nella Repubblica Centrafricana dal 1974 e da allora non ha mai lasciato il paese.



La capitale centrafricana è uno dei paesi più poveri al mondo e si sta riprendendo dalla violenza scatenata nel 2012 da due gruppi armati, gli ex-Seleka e gli Antibalaka. Inoltre più della metà della popolazione centrafricana, 2,7 milioni su un totale di 4,6 milioni, dipende dell’assistenza umanitaria per sopravvivere e circa un milione e mezzo si trova in situazione di insicurezza alimentare. All’interno di questo contesto, COOPI è al fianco dei rifugiati, dei profughi, delle donne vittime di abusi sessuali e delle comunità sottomesse a persecuzione etnico-religiosa.

Il progetto di COOPI visitato oggi 14 ottobre dal Vice Ministro Giro, assieme all’Ambasciatrice Samuela Issopi, è inserito all’interno del settore “sicurezza alimentare” e fornisce supporto alla produzione e alla commercializzazione di prodotti agricoli nella municipalità di Bangui e nelle aree direttamente limitrofe.

In queste zone l’agricoltura rappresenta il 55% delle attività economiche del paese ed è tra i settori più colpiti dalla crisi attuale. In particolar modo, le attività proposte aumentano i mezzi di sussistenza di 250 famiglie di agricoltori e commercianti e, al contempo, diminuiscono il livello di vulnerabilità nell’area di Bangui.

Il progetto, che è finanziato dalla Cooperazione Italiana, si svolge su tutti i livelli della filiera alimentare, dalla produzione nelle campagne attorno alla città, al trasporto e all’approvvigionamento di due grossi mercati, all’interno dei quali si stanno riabilitando strutture per garantire l’igiene degli alimenti e la formazione del personale.

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