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domenica 12 giugno 2016

Iran - Pena di morte - 7 impiccati in una settimana nelle città di Mashhad, Shiraz e Tehran

CNRI
Le agenzie di stampa del regime teocratico hanno riportato che sette prigionieri sono stati eseguiti negli ultimi tre giorni a Mashhad, Shiraz e Tehran.

Iran - Preparativi per delle esecuzioni pubbliche
Il sito web ufficiale Rokna martedì 7 Giugno ha scritto che tre uomini, di 30, 35 e 40 anni, che erano stati condannati dal cosiddetto tribunale rivoluzionario di Mashhad, Iran nord-orientale, sono stati impiccati lunedì nel carcere centrale di Mashhad.

L’agenzia di stampa Fars, affiliata alle Guardie Rivoluzionarie del regime iraniano (IRGC), lunedì ha riferito che due cittadini afghani sono stati impiccati in un carcere di Tehran. Non sono stati dati i nomi delle vittime. L’agenzia ha scritto che al momento dell’esecuzione erano presenti il procuratore del regime a Pardis e il capo delle forze della polizia repressiva.

L’agenzia di stampa ufficiale del regime teocratico IRNA, domenica 5 Giugno ha annunciato che due prigionieri erano stati impiccati in pubblico a Shiraz, Iran meridionale. I due sono stati identificati come il ventiduenne Amin D. e il ventottenne Mojtaba G. Sono stati giustiziati tutti e due a Shiraz.

Queste ultime impiccagioni hanno portato ad almeno 127 il numero delle persone eseguite in Iran dal 10 Aprile. Tre di queste erano donne e si ritiene che ci siano stati anche dei minorenni tra gli eseguiti.

Farideh Karimi, membro del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) ed attivista per i diritti umani, il mese scorso ha chiesto una risposta urgente da parte delle Nazioni Unite e dei governi stranieri, sulla recente impennata delle esecuzioni e la vergognosa situazione dei diritti umani in Iran.

Il regime fondamentalista iraniano il mese scorso ha amputato le dita di un trentenne a Mashhad, l’ultima di una serie di pene draconiane emesse ed applicate nelle scorse settimane.

Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana in un comunicato del 13 Aprile ha detto che la crescita del trend delle esecuzioni “volte ad intensificare il clima di terrore per impedire l’espandersi delle proteste tra le varie fasce sociali, soprattutto in un momento di visite di alti rappresentanti europei, dimostra che questa pretesa di moderazione non è altro che un’illusione per questo regime medievale”.

Amnesty International nel suo Rapporto Annuale sulla Pena di Morte, pubblicato il 6 Aprile e relativo al 2015 ha scritto: “L’Iran ha messo a morte 977 persone nel 2015, rispetto alle almeno 743 dell’anno precedente".

"L’Iran da solo è responsabile dell’82% di tutte le esecuzioni registrate in Medio Oriente e Nord Africa”, ha detto quest’organizzazione per i diritti umani.

Ci sono state oltre 2.400 esecuzioni durante la presidenza di Hassan Rouhani. L’Inviato Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, a Marzo ha annunciato che il numero delle esecuzioni avvenute in Iran nel 2015, è più alto che in qualunque altro periodo degli ultimi 25 anni. Rouhani ha esplicitamente appoggiato le esecuzioni quali esempi dei “comandamenti di Dio” e di “leggi del parlamento che appartengono al popolo”.

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