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domenica 27 luglio 2014

USA - Florida: cappellano “death row”, condizioni “medievali”

ONUItalia.com
New York - Chiusi in “gabbie” due metri per tre, senza aria condizionata quando d’estate la colonnina di mercurio sale “a livelli astronomici”: sono le condizioni “quasi medievali” dei 412 prigionieri nel braccio della morte della Florida.”La nostra prima preoccupazione e’ il calore. Sentiamo di detenuti che non ce la fanno, che chiedono ‘basta con i ricorsi, ammazzatemi’”, ha detto alla rivista dei gesuiti Usa America Dale S. Recinella, avvocato e cappellano laico cattolico nella seconda “death row” per numero di occupanti degli Stati Uniti.
“85 per cento delle esecuzioni degli ultmi 37 anni, da quando la Corte Suprema ha ripristinato la pena capitale, sono state in Stati del Sud, gli stati della Confederazione e dello schiavismo”, ha aggiunto Recinella. Una considerazione dalle profonde implicazioni culturali da cui il cappellano, nell’intervista, non trae esplicitamente le logiche conclusioni, che la pena di morte discrimina sproporzionatamente sulla base del colore della pelle.
A poche settimane dal via all’Onu del dibattito sulla moratoria delle esecuzioni, una priorita’ della politica estera dell’Italia, negli Stati Uniti e’ in atto una riflessione sulla pena di morte soprattutto dopo una serie di esecuzioni “mal riuscite” dall’inizio dell’anno, l’ultima qualche giorno fa in Arizona. “Il fatto e’ che questi sono esseri umani che noi chiudiamo in gabbia fino al momento di ucciderli”, ha detto Recinella: “Abbiamo gente di tutte le eta’, alcuni piu’ giovani dei miei figli, altri dell’eta’ di mio padre, messi sotto il controllo dello stato e che non possono piu’ nuocere a nessuno. 

E tuttavia, un giorno o l’altro, li uccideremo. Questa realta’ pesa su ogni singola visita in cella ed e’ snervante per tutti: i prigionieri, i loro consiglieri spiirituali, la gente che lavora nel carcere. Dio non ci fa sentire buoni perche’ siamo parte della macchina della morte”.

Recinella e la moglie Susan, una psicologa, passano lunghe settimane con i condannati in attesa di esecuzione: “Quando il mandato e’ firmato, il prigioniero e’ spostato dal normale braccio della morte all’ala del carcere piu’ vicina al lettino dell’iniezione letale. 

Questo succede cinque o sei settimane prima della data della morte, ed e’ quando la famiglia comincia ad arrivare per dare gli ultimi saluti. Il condannato puo’ anche scegliere a quel punto il consigliere spirituale che lo assisterà’ negli ultimi giorni e che sara’ con lui dall’altra parte della finestra quando muore. Preparare qualcuno a morire: e’ diverso dell’aiuto che si da’ ai malati terminali, perche’ una malattia letale e’ un processo naturale. Qui si tratta di aiutare un individuo sano a prepararsi ad essere ucciso da un altro essere umano, ed e’ un processo molto, molto dark”.
Alessandra Baldini

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