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venerdì 20 settembre 2013

Trastevere, convento che diventa casa per i rifugiati e non lussuoso albergo

La Repubblica

I religiosi della parrocchia a Ripa Grande ospitano gli immigrati: "Da noi non solo un tetto e cibo, ma anche affetto e speranza". Così i frati francescani hanno raccolto l'invito del pontefice: "Adesso lo aspettiamo"

Venticinque stanze nel cuore di Roma. Quindici ospiti. Sette frati. Sembrerebbe una delle tante strutture religiose della capitale convertite in alberghi di lusso. Invece, è un convento di frati francescani aperto ai profughi. "Bisogna accogliere i rifugiati nei conventi vuoti" aveva esortato martedì scorso Papa Francesco in occasione della visita al Centro Astalli. E a Trastevere le parole del pontefice sono diventate realtà.

In piazza San Francesco d'Assisi, infatti, esiste un convento dell'800, la parrocchia di San Francesco a Ripa Grande, dove sette frati accolgono rifugiati e persone bisognose. Un'assistenza che va ben oltre la semplice offerta di un pasto caldo.

"Negli anni '70 la struttura ospitava studiosi di teologia - spiega frate Domenico Domenici - abbiamo 25 stanze, di cui sette occupate da noi religiosi. Nelle altre, vuote, ospitiamo profughi e bisognosi". Persone che, racconta il frate Domenico, "vengono accolte come in una famiglia, con assiSsenza legale e sanitaria, e restano nel convento per un tempo che spazia dai tre mesi a un anno. "Un periodo di rinascita in cui cercano lavoro, intrecciano relazioni, tornano a vivere in società - spiega frate Domenico Domenici - In questo convento non diamo solo un tetto e del cibo. Diamo affetto, speranza e fiducia. La vera missione della Chiesa è questa, non lucrare affittando le stanze. E il Papa, con le sue parole sui conventi vuoti, ce l'ha confermato".

Ora, i frati di Trastevere, che al momento accolgono profughi afgani, bulgari e siriani, sperano che il pontefice Bergoglio li vada a trovare. "Gli scriveremo presto una lettera - assicura frate Domenico - se Papa Francesco venisse in questo convento si accorgerebbe di quanto poco serve alla Chiesa per accogliere chi ha bisogno". Evitando, dunque, di trasformare le celle dei conventi in lussuose camere da affittare ai turisti.

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