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venerdì 1 febbraio 2019

Yemen, si decide la sorte di Asmaa al-Omeissy, madre di 23 anni nelle mani degli huthi condannata a morte

Corriere della Sera
Asmaa al-Omeissy, 23 anni e madre di due figli, è stata condannata a morte il 30 gennaio dello scorso anno da un tribunale degli huthi, il gruppo armato che controlla parte dello Yemen.
La sua storia è paradossale. Il 7 ottobre 2016 è stata arrestata dalla coalizione a guida saudita, che dal marzo 2015 bombarda lo Yemen, e interrogata sulle attività di suo marito, sospettato di avere legami con al-Qaida.

Rilasciata, è tornata nella capitale Sana’a, dove gli huthi l’hanno arrestata per “collaborazione col nemico”.

Insieme a suo padre, Matir al-Omeissy, e a due vicini di casa, Saaed al-Ruwaished e Ahmed Bawazeer, ha subito torture. In primo grado il padre è stato condannato a 15 anni, lei e gli altri due imputati a morte.

Il processo di primo grado si è svolto senza avvocati difensori. Solo dopo il verdetto Asmaa ha potuto incontrarne uno, che ha fatto ricorso contro la condanna a morte.

La decisione finale arriverà il 4 febbraio.

Su Asmaa pende anche una condanna a 100 frustate per “atti indecenti”, per essere salita a bordo di un’automobile con al-Ruwaished e Bawazeer.

La speranza è che, se le condanne non saranno annullate, Asmaa e gli altri tre prigionieri possano rientrare nello scambio di prigionieri concordato il 13 dicembre in Svezia nell’ambito dei negoziati di pace promossi dalle Nazioni Unite.

Riccardo Noury
Amnesty International

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