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mercoledì 24 febbraio 2016

Guantanamo chiuderà, l’annuncio di Obama: “Identificate 13 strutture alternative”

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Il Presidente Usa annuncia il piano di chiusura del carcere: "È giunta l'ora di chiudere questo capitolo della nostra storia"

Dopo anni di proteste, dibattiti e anche scontri politici, gli Stati Uniti presto diranno addio al supercarcere di Guantanamo, la struttura nell'enclave cubana voluta dal presidente George W. Bush dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 e dove per anni sono stati rinchiusi i terroristi islamici e presunti tali spesso con detenzioni extra giudiziarie e brutali metodi di interrogatorio. 

Ad annunciarlo dalla Casa Bianca è stato lo stesso presidente Usa Barack Obama dopo aver presentato il piano di dismissione al Congresso di Washington. "Se qualcosa non funziona, dobbiamo cambiare corso. Da tempo è evidente che Guantanamo mina i valori americani e non aiuta la nostra sicurezza nazionale. È controproducente nella lotta al terrorismo. Non è un parere mio ma degli esperti" ha dichiarato infatti Obama, sottolineando che l'obiettivo è di chiudere la prigione entro la fine dell'anno.

"Non voglio passare il problema di Guantanamo a un altro presidente" ha aggiunto infatti Obama che, conscio dei rischi in un periodo delicato con le primarie Usa in corso, ha voluto chiarire che "questo piano merita un esame imparziale anche in un anno elettorale" come questo. "Tenere aperto Guantanamo è contrario ai nostri valori, è vista come una macchia. Quando parlo con gli altri leader, sottolineano che è un problema non risolto", quindi "è giunta l'ora di chiudere questo capitolo della nostra storia", ha insistito il Presidente Usa, evidenziando che Guantanamo è costosa sia in termini economici che di immagine perché "gli estremisti la usano come strumento di propaganda".

In base al piano preparato dalla Casa Bianca, infatti, la chiusura di Guantanamo dovrebbe portare a risparmi tra i 65 e gli 85 milioni di dollari all'anno. Per i 91 detenuti che vi sono ancora rinchiusi, il progetto conta di trasferirne una parte all'estero, con 35 che andrebbero nei rispettivi paesi o in quelli disposti ad accoglierli, mentre i restanti dovrebbero essere distribuiti in carceri presenti sul territorio Usa. In particolare il Pentagono ha preso in esame 13 siti alternativi, tutti carcere di massima sicurezza.
"Lavoreremo con il Congresso per trovare un posto sicuro negli Stati Uniti per i detenuti rimanenti che pongono una specifica minaccia agli Stati Uniti" ha assicurato Obama. Dagli esponenti repubblicani, però, è già arrivato un coro di critiche al piano giudicato vago e poco credibile. “Ci sarà una grossa opposizione alla chiusura. Fosse stato facile, sarebbe avvenuta anni fa. Però anche in un anno elettorale, dovremmo essere in grado di avere un dialogo aperto e onesto per assicurare la nostra sicurezza nazionale. Facciamo ciò che è giusto per l'America. Andiamo avanti e chiudiamo questo capitolo", ha concluso Obama.

Antonio Palma

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